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Budrio, dolci melodie con le ocarine

Il piccolo centro bolognese è legato alla lavorazione artigianale di un popolare strumento a fiato che ha scritto la storia della musica folkloristica (e non solo)

Museo dell'ocarina di Budrio
Courtesy of©Pierluigi Mioli [CC BY-SA 4.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0)]
Museo dell'ocarina di Budrio
Gli appassionati di musica non possono ignorare Budrio, un piccolo centro sito nei pressi di Bologna noto per essere la patria dell'ocarina. Appartenente alla famiglia dei flauti, questo popolare strumento musicale a fiato, realizzato in terracotta, deve il suo nome alla particolare forma che lo caratterizza che, come lascia intendere il nome, molto ricorda un'oca ('ucareina' in dialetto locale) ma senza testa. Un oggetto semplice ma decisamente affascinante in primis per la sua capacità di produrre melodie dalle inconfondibili sonorità.

LA TRADIZIONE
La storia dell’Ocarina risale alla metà del XIX secolo e rimanda alla figura di Giuseppe Donati, un grande musicista che inventò e realizzò uno strumento molto simile al flauto con l'intento di creare un qualcosa di unico e originale. Quello che, inizialmente, nacque come un gioco, riscosse in realtà un successo tale che questo manufatto venne utilizzato dallo stesso Donati che, insieme ad alcuni amici, formò il primo Gruppo ocarinistico budriese. Proprio a loro bisogna riconoscere il merito di aver diffuso la passione per questo strumento, in Italia come all'estero. A contribuire a valorizzare la cultura musicale territoriale è anche la Scuola Comunale di Ocarina "V. Grimaldi" che, attraverso diversi corsi (base, intermedio e avanzato) permette agli allievi più giovani, mossi da un forte amore per la loro terra, di avvicinarsi e familiarizzare con questo strumento sia a livello teorico che pratico e poi magari entrare a far parte del gruppo Ocarina Ensemble, un progetto budriese il cui intento è quello di innovare il repertorio di musiche per ocarina.

LE CARATTERISTICHE
Costruire le ocarine non è cosa semplice: è necessario essere dotati di grandi abilità manuali nonché avere un buon orecchio. A caratterizzare lo strumento, generalmente in terracotta, è la presenza di un corpo dalla forma ovoidale allungata su cui si trovano fino a dieci fori oltre a un’imboccatura a becco. A semplificare il tutto fu Cesare Vicinelli, noto come "lo Stradivari dell'ocarina" che, oltre ad essere un fornaciaio era anche un suonatore: fu proprio lui che ideò degli stampi in maniera tale da produrre le ocarine in grande quantità.

IL TERRITORIO
Al fine di approfondire l'argomento, vale la pena visitare il Museo dell’Ocarina e degli Strumenti musicali in terracotta, sito in via Garibaldi e intitolato, dal 2011, a Franco Ferri ovvero il fondatore (insieme ad altri budriesi) della Scuola Comunale di Ocarina. Al suo interno, ammirando le centinaia di pezzi esposti, è possibile regalarsi un vero e proprio viaggio nel tempo e ripercorrere i centocinquant’anni di storia della produzione di ocarine. Non è tutto. Se si vuole entrare nel vivo della tradizione, ogni anno durante il mese di aprile, ha luogo il Festival Internazionale dell’Ocarina, una kermesse tutta da vivere all'insegna dell'allegria in compagnia di tanti ospiti, musicisti e costruttori provenienti da ogni angolo del mondo.

INDIRIZZI
Oggigiorno è ancora possibile incontrare a Budrio laboratori che portano avanti nel tempo questa tradizione come, ad esempio, quello di Fabio Menaglio, abile artigiano nonché tecnico del suono che, dal 1989, con grande dedizione realizza ocarine prendendo a modello lo stile di Cesare Vicinelli.

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