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Abruzzo: 4 cose da sapere sui fusi della Majella

A Pretoro, uno dei borghi più belli d'Italia, gli artigiani locali hanno reso celebri i famosi fusi abruzzesi

Fuso
Courtesy of©Lokibaho/iStock
Fuso
Esistono mestieri che, con l’avvento dell’era moderna, sono quasi del tutto scomparsi. Chi ha fatto incetta di cartoni, ricorderà bene la fiaba "La Bella Addormentata nel bosco" e la famosa maledizione del fuso: ebbene sì, quello strumento esiste davvero e la sua storia trova origine nel cuore dell'Abruzzo, là dove, in provincia di Chieti, arroccato a 560 metri sulle pendici della Majella, sorge Pretoro, uno dei Borghi più belli d'Italia nonchè una gettonata destinazione sciistica il cui passato ha qualcosa di magico da raccontare soprattutto per quel che concerne l’artigianato e, in modo particolare, la lavorazione del legno e dei famosi fusi.

LA TRADIZIONE Pretoro, circondata da boschi, ha sempre avuto uno stretto legame con la montagna tanto che gli abitanti del posto hanno saputo fare tesoro delle preziose risorse del territorio, inizialmente per un’esigenza quotidiana ma, poco alla volta, com vera e propria fonte di reddito. Tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento tutto ruotava intorno alla sfera agricolo-pastorale, l'agricoltura e la pastorizia erano infatti il fulcro dell’economia locale. I contadini impararono ad ottimizzare i tempi morti, quando non erano impegnati con l'antico rito della transumanza, incidendo il legno per creare utensili utili per lo svolgimento del loro lavoro e fu così che quella che era una semplice passione, poco a poco si trasformò in un vero mestiere che portò alla nascita di specifiche professioni che andarono via via specializzandosi nella tornitura del legno portando i lavoratori a vendere i proprio manufatti sia a livello regionale che nazionale. Tra i protagonisti assoluti spiccano i fusari, artigiani che producevano i famosi fusi della Majella, strumenti nati per trasformare la lana in filamenti. A mettere in crisi l’attività fu la massiccia emigrazione che avvenne a seguito della fine della seconda guerra mondiale, un esodo di massa che stravolse Pretoro e la sua economia tanto da portare a una sterzata che vide venire meno l’attività artigianale per puntare sul mondo dell’industria.

LE CARATTERISTICHE Tra le attività care all’artigianato di Pretoro a spiccare è la costruzione dei fusi per la lavorazione della lana ed oggettistica varia; molto diffusa anche la produzione di utensili da impiegare in cucina come cucchiai, forchettoni e il famoso "lu maccarunar", il telaio di legno con fili d’acciaio che serve a tagliare la sfoglia di pasta negli spaghetti “alla chitarra”, il “rentrocele”, un mattarello scannellato con cui dalla sfoglia si ricavano spessi maccheroni e ancora "lu murtar", utile per pestare le spezie oltre a una vasta gamma di accessori per la casa come taglieri, mortai, mestoli, ciotole e boccali.

IL TERRITORIO Tanti gli eventi che, durante il corso dell’anno, permettono di scoprire il fascino dell’artigianato: in estate ad andare in scena sono “le notti di San Lorenzo", un appuntamento che, per ben tre serate, invita a ritrovarsi nel centro del paese per vivere e riscoprire tutte quelle atmosfere legate alla tradizione tra artigianato e prodotti tipici. Interessante anche soffermarsi sul Centro Museale San Domenico in primis per la location, in quanto è ospitato in una chiesa sconsacrata, ma anche per il contenuto in quanto permette di conoscere la storia e le tradizioni popolari di Pretoro.

INDIRIZZI Tra le mura di Pretoro è ancora viva, anche se in maniera molto ridimensionata rispetto al passato, l’arte della lavorazione del legno, una prerogativa di pochi artigiani che ancora si mettono in gioco facendo tesoro di passione e manualità per realizzare manufatti pregevoli e, sebbene i fusi non sono più utilizzati come un tempo, tornitori, scalpellini e intagliatori portano avanti le loro attività dando vita a utensili ma, soprattutto, oggetti ornamentali, souvenirs e mobili rustici. Tra i nomi storici che hanno fatto la storia dell’artigianato del legno di Pretorio spiccano quelli di Antonio Palmerio e Antonio Simone mentre, a portare un’ondata di freschezza, ci hanno pensato le due amiche hanno dato vita al progetto Decò. A fare la differenza sono prodotti realizzati avvalendosi della tecnica del pirografo, ovvero dell’incisione su legno tramite una punta incandescente ma non è tutto, la bottega si occupa di ogni tipo di decorazione a mano su legno ma anche su stoffa, ceramica etc.
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