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Bologna: cosa nasconde il complesso di Santo Stefano

E' uno dei luoghi più particolari della città ma forse non tutti ne conoscono la storia, i simboli e i tesori custoditi

Chiesa di Santo Sepolcro
©Di Carlo Pelagalli, CC BY-SA 3.0, Wikimedia Commons
Bologna, Chiesa di Santo Sepolcro al complesso di Santo Stefano
Il complesso monumentale di Santo Stefano alle sette chiese a Bologna è sicuramente uno dei luoghi più particolari della città, poiché vanta una storia piuttosto originale ed un’architettura fuori dal comune. Le origini sono particolarmente controverse: c’è chi attribuisce la sua nascita al santo patrono di Bologna, a quel tempo vescovo della città, che nel 430 fece edificare un complesso da dividere in sette chiese per ricostruire simbolicamente i luoghi della Passione di Cristo; c’è chi la vuole fatta erigere sempre da Petronio ma sulle rovine di un tempio pagano preesistente vicino al quale sarebbero poi state costruite una riproduzione del Santo Sepolcro di Gerusalemme ed altri edifici.

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Qualunque sia la fonte più attendibile, si tratta certamente di edifici di origini molto antiche, che vanno dall’VII secolo al IV secolo, e sappiamo che l’intero complesso subì diverse devastazioni a causa dell’invasione degli Ungari nel X secolo e che venne ricostruito in buona parte dai benedettini nei primi anni dell’XI secolo. Restauri avvennero anche nella seconda metà dell’Ottocento e nei primi decenni del secolo successivo, mutando il volto antico dell’intera struttura. Di queste fantomatiche sette chiese, oggi ne rimangono quattro e sulla splendida piazza si affacciano la Chiesa del Crocifisso sulla destra, quella del Calvario al centro e la chiesa dei SS. Vitale ed Agricola sulla sinistra. La prima è di origini longobarde e racchiude la cripta dell’Abate Martino, risalente al 1019: prende il nome dal crocifisso sospeso al centro; la seconda si presenta con una forma rotonda ed è dominata dalla riproduzione del Sepolcro di Cristo mentre la terza, la più antica del gruppo, racchiude gli antichi sarcofagi dei santi Vitale ed Agricola e vi si possono anche ammirare interessanti capitelli di varie fogge di precedenti costruzioni e i resti dei pavimenti musivi del VI secolo.

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Altrettanto interessanti sono il Cortile di Pilato con il bacile marmoreo, delimitato da due porticati in stile romantico con caratteristiche colonne cruciformi in mattoni; la Chiesa della Trinità dove che ospita un presepe in legno dipinto e dorato, il più antico presepe conosciuto al mondo, composto da statue a tutto tondo; il chiostro benedettino a duplice loggiato considerato uno dei più begli esempi del romanico emiliano e il Museo dove sono conservati dipinti, sculture ed altre opere di diverse epoche. 
 
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