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Roma porta alchemica porta magica piazza Vittorio

Roma, cosa nasconde la leggendaria Porta Alchemica

Nota come 'porta magica' si trova a Piazza Vittorio e custodisce segreti mai svelati

La porta magica di piazza Vittorio
Di Sailko - Opera propria, CC BY 2.5, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=869924
Porta Alchemica 
Quella che oggi è nota come Piazza Vittorio Emanuele (semplicemente Piazza Vittorio per i locali) è uno dei punti più vivaci e brulicanti di Roma. Ma un tempo la zona dell’Esquilino era territorio periferico rispetto alla città, dove trovavano dimora i facoltosi romani che volevano risiedere in aree suburbane. Così fece nella metà del 1600 Massimiliano Palombara, marchese di Pietraforte. Villa Palombara era la sua tenuta, che sorgeva all’incirca dove oggi sorge la piazza, della quale rimane una sola testimonianza: la Porta Magica o Porta Alchemica.
 
Anche nota con altri nomi (Porta dei Cieli e Porta Ermentica) la Porta Alchemica è l’unica conservata delle 5 porte della villa, demolita nel 1800 per far spazio alla costruzione dell’attuale piazza. Non si trovava esattamente in quel punto, ma durante la demolizione della villa fu smantellata e quindi ricostruita in quelli che oggi sono i giardini di Piazza Vittorio, chiusa ed accompagnata ai lati da due statue dai volti particolari (il dio egizio Bes?) che sembrano essere messe di guardia. Perché demolire una villa e ricostruirne una sola porta? Perché conservarla per oltre 400 anni?
 
Perché questa porta potrebbe essere davvero magica. Tutto intorno, inciso nel travertino, reca simboli, formule e versi che conducono al mondo dell’alchimia. Il marchese Palombara infatti, come molti signori acculturati dell’epoca, era interessati al mondo alchemico ed esoterico, ed era membro dell’ordine dei Rosacroce. Frequentava sovente il salotto dell’ex regina di Svezia Cristina, che dopo aver abdicato si trasferì a Roma dove fondò una vera e propria accademia alchemica. Anche Villa Palombara era un importante punto di ritrovo di alchimisti e cultori delle scienze esoteriche. Proprio qui trovò ospitalità un pellegrino intento a raccogliere erbe fuori dalla tenuta, convinto di poterle trasformare in oro. Si dice che fosse Giuseppe Borri, passato alla storia come medico e alchimista, condannato dal tribunale dell’Inquisizione per i suoi studi. 
 
Leggenda racconta che egli, nell’atto di sfuggire alle guardie papali, attraversò la porta magica e dietro ad essa scomparve. Lasciando dietro di sé una serie di appunti, che il marchese fece scolpire sullo stipite della porta. Incisioni ancora oggi visibili. La storia e la leggenda si intrecciano, e molte sono le versioni dei fatti che circolano. Ad oggi non è del tutto chiara la vera storia della porta magica di Piazza Vittorio, ma la si può ancora ammirare e conoscere con visite guidate. 
 
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