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Napoli monumenti la Statua del Dio Nilo

Napoli, cosa rende speciale la statua del Dio Nilo

Nel cuore di Spaccanapoli una statua poco conosciuta è simbolo di abbondanza

Napoli statue
©iStockphoto
La Statua del Dio Nilo a Napoli
Largo Corpo di Napoli è una delle tante piazzette del capoluogo partenopeo che si trovano all’interno della vecchia cinta muraria, vale a dire in quel luogo meraviglioso che è Spaccanapoli. Il Largo si presenta come una piazzetta di piccole dimensioni posta in posizione centrale rispetto al decumano inferiore su cui si trova, e la si incontra a poca distanza da Piazza San Domenico Maggiore e Piazzetta Nilo. Il suo nome deriva alla statua del Dio Nilo, di autore ignoto, che qui è stata rinvenuta e collocata dal XV secolo, all’epoca priva della testa che poi venne aggiunta nel Seicento. La piazza è un luogo ricco di storia, cultura e mistero grazie proprio alla figura del Dio Nilo che giace sdraiato, possente e muscoloso con il viso arricchito da una barba lunga che gli conferisce un’aria particolarmente saggia.

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Porta una cornucopia nella mano destra, adornata con fiori e varia natura, simbolo della fertilità propria del fiume egizio, ed ha il braccio sinistro posato su una piccola sfinge. Il gruppo scultoreo in marmo, infatti, chiaro simbolo di accoglienza, è una diretta testimonianza dei rapporti della Napoli greco romana con l’Antico Egitto ed è una vera e propria celebrazione del Nilo. Non in molti, infatti, sanno che questa era la zona che per lungo tempo venne abitata da una colonia di mercanti egiziani provenienti da Alessandria. Leggenda vuole che a loro i napoletani chiesero ed ottenero un augurio di prosperità da indirizzare nella propria terra natale, visti gli ottimi rapporti di convivenza tra i due popoli. Ed iniziarono, parallelamente assieme a quelli romani, anche i culti che la popolazione fu costretta a celebrare di nascosto. Quelli dedicati ad Iside erano i più famosi e i più segreti, celebrati solo dagli adepti.

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Purtroppo fu proprio per questa serie di culti paralleli e contrari alle credenze riconosciute che, in epoca successiva, la statua del Dio Nilo fu decapitata e spodestata, per poi essere perduta per secoli finché non venne ritrovata nel Medioevo, priva della testa e di vari pezzi come le teste del coccodrillo e della Sfinge. Al loro posto migliaia di capelli e fogli di carta che chiedevano grazie alla divinità, assieme a monete e ad altri voti per convincere il Dio Nilo ad aiutare questa parte della popolazione. Nella statua appare anche un bambino in atto di nutrirsi dal seno, ragion per cui la figura venne scambiata per una donna. Fu nel 1667 che l’opera, restaurata cosi come appare oggi, venne posta in quello che è chiamato sedile di marmo dove una scritta in latino racconta le sue vicissitudini. 
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