Era il 21 febbraio 1916, esattamente un secolo fa, nel pieno della Prima guerra mondiale. Lo Stato Maggiore tedesco, guidato dal generale Erich von Falkenhayn, per rompere la situazione di stallo che durava da due anni sul fronte occidentale, a dicembre aveva deciso di dare vita all’operazione Gericht, allo scopo di annientare le forze armate francesi. Proprio il 21 febbraio prendeva il via quella che sarebbe diventata la battaglia più sanguinosa del primo conflitto mondiale, l’assalto tedesco contro la cittadina di Verdun, considerata inespugnabile e circondata da 16 fortezze.
Le armate francesi e tedesche finirono per imbarcarsi in una lunga e gravosa battaglia, meglio nota come “la fournaise” (la fornace), che fece centinaia di migliaia di morti. La battaglia si trasformò, infatti, in una vera e propria guerra di logoramento, dove i francesi decisero di resistere ad ogni costo. “Ils ne passeront pas” (non passeranno) era la parola d’ordine. Nel mese di luglio, fallito l’obbiettivo tedesco di conquistare Verdun, la battaglia, che vide coinvolti 2 milioni di uomini e fece registrare un milione di morti, divenne simbolo non solo della Prima guerra mondiale ma dell’onore francese.
Sono questi i fatti che portano oggi, 29 maggio 2016, a celebrare questa giornata con un rituale particolare. La Battaglia di Verdun, durata circa 300 giorni, viene celebrata proprio oggi con una sontuosa cerimonia di portata internazionale, alla quale sarà presente anche il Presidente della Repubblica. Diverse manifestazioni culturali e pedagogiche, tra cui la tradizionale relève aux flambeaux, faranno da eco a questo evento commemorativo, il quale verrà ospitato dalla cittadina di Verdun. Per maggiori informazioni cliccare su france.fr
