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Madagascar viaggi  a Nosy Be

Nosy Be, l'"isola grande"

Con i suoi 321 km quadrati, Nosy be è l'isola più grande del Madagascar, nonché una delle più belle.

Madagascar
©Cinzia Gloria Cristiani
Sono tante le immagini che si portano con sé al ritorno da un viaggio in Madagascar. Tra queste, sicuramente, la bellezza di Nosy Be, che in Malgascio significa "Isola grande". Con i suoi 321 km quadrati  è l'isola più grande del Madagascar, nonché una delle più belle. Spesso chiamata "Ile aux parfums", perché qui si produce una essenza ricavata dall'albero dell'Ylang-Ylang, è una meta frequentata soprattutto per le belle spiagge, per la barriera corallina e i fondali.

Qui, a Nosy Be, può capitare anche di imbattersi in Manina, un’esplosiva napoletana, professoressa di filosofia fino al 1997, quando decise di trasferirsi qui: "Cercavo un luogo per scrivere e pescare, volevo fare il punto della mia vita. Era il dicembre del '97, vacanze di Natale. Nosy Be. E' il posto dove ho scelto di vivere". La sua  convivenza con il popolo malgascio subisce una rapida evoluzione. Si trasforma prima in sostegno rivolto ai bambini che non potevano permettersi le scuole a pagamento. Poi, le scuole francesi-malgasce, le ha aperte lei. Nel '99 decide di trasferirsi stabilmente a Nosy Be e da quel momento il sostegno si è trasformato in una vera e propria attività di assistenza. Al momento grazie a lei più di 4000 bambini vanno a scuola e le famiglie dell'isola di Nosy Be possono ricevere assistenza sanitaria. Un aiuto importantissimo se si pensa che il Madagascar è un paese molto povero dove il reddito di un anno di ogni persona è intorno a 50 euro, dove la mortalità infantile è del 100 per mille e dove pochissimi bambini riescono ad andare a scuola. Anche questa una realtà che vale la pena scoprire.

Così come tutto da scoprire è l'artigianato del Madagascar. Oggetti in legno di palissandro come vassoi e ciotole per la casa, bomboniere intagliate di varie forme, sedie, sgabelli e tavolini per l'arredamento. Oppure gli oggetti creati con la carta di Antaimoro, ricavata dalla lavorazione dell’arbusto di avoha, un albero originario dell'isola, e poi impreziosita da petali di fiori. Questa carta, realizzata dalle donne, oggi così come  veniva prodotta nel  XVI secolo, si utilizza per creare buste e fogli, album fotografici, bomboniere, carta regalo, portafoto.

Sempre dal Madagascar, particolarissimi sono macchinine, moto e biciclette in latta riciclata da lattine e barattoli. L'isola è anche ricca di minerali come il granito, il diaspro e la laborite, la calcite, cornaline, septariat, quarzi e cristalli. Tutti questi vengono lavorati con esperienza per creare ad oggetti di vario genere come i solitari. Rafia, sisal, raban sono fibre naturali che con abilità vengono intrecciate dalle donne e trasformate in cesti, borse, stuoie, portaoggetti e tanto ancora. Vengono abbelliti con colori naturali che ne aumentano il fascino. Lo zebù è l'animale simbolo del Madagascar e di esso si utilizzano tutte le parti compreso il corno per ottenere posateria, ciotole, oggetti di bigiotteria nonché animaletti di vario genere.
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