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L'ombra nascosta di Casablanca in Allied di Zemeckis  

Sono state le Canarie a ospitare le riprese, e non la città marocchina. 

Universal
Una lunga storia di 'finzioni' quella di Casablanca, quasi al livello della Verona di Romeo e Giulietta… Resa celebre dalla tragedia di Shakespeare questa, quanto dal film di Michael Curtiz del 1942 (completamente realizzato negli studi di Burbank) quella… e oggi da Allied - Un'ombra nascosta di Robert Zemeckis che, per approfittare del fascino della città ha creato un mix di ambientazioni reali e ricostruite in digitale, come aveva già fatto per la Parigi di The Walk (allora partendo da Montreal). L'effetto, al solito, è eccellente, e gli sfondi delle Isole Canarie si prestano egregiamente alla bisogna, ancora una volta.

Da Casablanca inizia la missione dell’ufficiale dei servizi segreti Max Vatan (interpretato da Brad Pitt), che nel 1942 raggiunge la combattente della Resistenza Francese Marianne Beausejour (la Marianne Cotillard che durante la lavorazione venne 'accusata' di esser la causa della rottura del matrimonio con Angelina Jolie) per mettere in atto in una missione mortale oltre la linee nemiche. Innamoratisi e poi sposatisi, una volta a Londra, i due si trovano a dover fronteggiare la peggiore delle accuse e le conseguenze delle loro azioni di guerra.

"C’erano contrasti affascinanti con cui lavorare, - ha voluto evidenziare lo scenografo Gary Freeman, - da Casablanca come città di frontiera esotica a Londra durante il Blitz, oltre a deviazioni in Francia e Canada. C’era la possibilità di mescolare fantasticamente insieme molti spunti visivi". E nel corso della produzione Freeman e la sua squadra hanno costruito dal nulla quasi 80 diversi ambienti, a partire da Casablanca, ma muovendosi principalmente nei dintorni di Londra - nel febbraio 2016, tra la Blythe House di West Kensington, West Wycombe e Hampstead Heath (per le scene dei picnic) - e tra le isole di Fuerteventura e Gran Canaria, delle Canarie spagnole.

"La cosa interessante è che, negli anni ’40, Casablanca era una città cosmopolita e vivace piena di influenze art deco francesi e un’atmosfera veramente affascinante, mentre Londra stava cadendo in pezzi e pensava alla nuda e cruda sopravvivenza - osserva Freeman. - Per questo abbiamo davvero esagerato la scala e la sofisticazione di Casablanca e abbiamo giocato con i colori saturi dei suk marocchini e con le architetture circolari che fanno da eco all’intensità e al pericolo che Max e Marianne vivono al loro arrivo". "Volevamo che il nostro film evocasse la Casablanca che tutti conosciamo dal classico Casablanca - continua lo scenografo, - e a quel tempo era veramente così. Era un città al crocevia della guerra, elegante, piena di stile e sofisticata”.

Non come ora, insomma, che è piena di palazzoni alti e di nuove costruzioni e non somiglia neanche lontanamente alla città che era mezza secolo fa… Che i realizzatori del film hanno quindi dovuto cercare nelle location delle Isole Canarie - aiutandosi con effetti digitali, come detto - perpetuando una tradizione cinematografica che ha sfruttato la città marocchina per rappresentare Beirut (come in Spy Game di Tony Scott) e altre città e che invece ha ricostruito Casablanca altrove… In questo caso dalle parti di Las Palmas de Gran Canaria e sull'Isola di Fuerteventura. La prima la ritroviamo nelle scene dell'appartamento di Marianne (all'11 di Calle Nuñez de la Peña), dell'Ambasciata Tedesca (in realtà la Antigua Fabrica de Hielo di Plaza Manuel Becerra) e degli esterni di Plaza de Cairasco. La seconda soprattutto negli esterni più desertici e magici, ripresi tra il Parque Natural de Corralejo (un ottimo 'Sahara') e la Caldera de Arrabales di Tiscamanita o la Finca Cervantes di Lajares.
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