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Bucarest location film Seven Sisters Noomi Rapace Constanza Romania

Le sette sorelle di Noomi Rapace si nascondono in Romania

Tra Bucarest e Constanza Tommy Wirkola ricostruisce un mondo incredibile, dove ambientare l'avventura della ex Lisbeth Salander.

Koch Media
L'abbiamo sfiorata attraversando i Carpazi con il Road Movie di Andrea Magnani, ma la Romania continua a confermarsi uno scenario unico, tale da soddisfare le necessità del regista norvegese Tommy Wirkola, che per il suo Seven Sisters - presentato al Festival di Torino appena concluso - voleva "creare un mondo che sembrasse realistico e crudo" e insieme "vicino e plausibile… ispirato a titoli come Looper, Blade Runner e I figli degli uomini". Non più 'trasformata' in Albania, come nel Trafficanti di Todd Philips, quanto piuttosto 'esplorato' come in Il nemico invisibile di Paul Schrader. E che lo sceneggiatore del film, Max Botkin, aveva immaginato come la città de L’Avana, a Cuba: un posto con una tecnologia all’avanguardia in alcune aree, ma che in altre si è fermata o addirittura è regredita.

In questo caso siamo nel 2073, quando il pianeta è afflitto da sovrappopolamento e carestia. L’aumento incontrollato delle nascite ha costretto i governi a mettere in atto la drastica politica del Figlio Unico istituita dal Bureau per il Controllo delle nascite, diretto dalla dottoressa Cayman (Glenn Close) che impone l’ibernazione dei figli in eccesso. Una donna muore durante il parto di sette gemelle (Noomi Rapace) e, per salvarle tutte, il nonno (Willem Dafoe) le nasconde chiamandole Lunedì, Martedì, Mercoledì, Giovedì, Venerdì, Sabato e Domenica. Ognuna di loro potrà uscire di casa solo nel giorno della settimana corrispondente al proprio nome con l’identità di Karen Settman e il divieto assoluto di rivelare il segreto della loro famiglia. Nascoste per sei giorni a settimana, le sette sorelle sono libere di essere loro stesse solo nella prigione del loro appartamento. Tutto procede fino a che, un giorno, Lunedì non fa più ritorno a casa…

"Cercando di descrivere un futuro estremamente sovrappopolato dobbiamo sentirci intrappolati insieme alle sorelle - ha spiegato il regista, parlando delle caratteristiche del futuro che voleva ritrarre, rimanendo 'a terra' con loro. - Vogliamo vivere il futuro proprio come loro lo stanno vivendo". Un futuro non troppo lontano, quasi un’estensione del nostro mondo, "identificabile, riconoscibile e orwelliano in cui, a causa della sovrappopolazione e della scarsità delle risorse, non è più possibile sostenere la specie umana - e che, come ammonisce ancora Botkin, - potrebbe diventare realtà se continuiamo a sprecare le risorse naturali".

Ma se nei Castel Studios della periferia di Bucarest si sono svolte, solo negli ultimi due decenni, le lavorazioni di Ritorno a Cold Mountain, Borat, Ghost Rider - Spirito di vendetta, Vampire Academy e i progetti più recenti della saga Hellraiser, nell’autunno del 2015 la produzione di Seven Sisters (in originale 'What Happened to Monday?') ha ampiamente approfittato della capitale bagnata dal fiume Dâmbovi?a. "È molto interessante, con questo mix di molto vecchio e molto bello, oltre ad avere quel tocco dell’era sovietica e i grossi edifici dell’epoca di Ceausescu -  fa notare Tommy Wirkola. - Ovviamente negli ultimi dieci anni ha ricominciato a fiorire. Quella combinazione di moderno, Guerra Fredda ed edifici vecchi ma bellissimi l’hanno resa plausibile per il nostro mondo futuro. Inoltre Bucarest non è una città molto utilizzata nei film, come invece lo sono state tante altre città nel mondo. Abbiamo trovato posti molto interessanti che non sono mai entrati in un film prima d’ora".

Come la Chiesa Italiana del Nicolae Balcescu Blvd o la National Library, gli interni del Teatro Nazionale e alcune parti del Boulevard General Gheorghe Magheru e del vecchio centro di Lipscani, divenute recentemente zona pedonale. "A Bucarest abbiamo chiuso ogni domenica il viale principale tra le 6 e le 10 del mattino per le scene della grande folla, alcune con 500 comparse - racconta la produttrice Raffaella De Laurentiis. - Il team di produzione romeno ha reso semplici quei giorni difficili". Anche quelli che li hanno visti impegnati sul Mar Nero, a poco più di duecento chilometri a Est, nel più grande cantiere navale del Paese, a Constanza"Una location fantastica - come ricorda ancora la De Laurentiis. - C’è una parte molto vecchia della città che il sindaco ci ha consentito di sfruttare. È uno dei più grandi porti d’Europa e ne abbiamo avuto accesso... davvero incredibile!". Per poi concludere: "Alla fine di tutto, avevamo girato 90 giorni in Romania, un periodo straordinariamente lungo... ma ci parliamo ancora".
 
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