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Maggio in Ladakh con il Festival di Hemis

Ladakh in festa per il santo patrono del Tibet

Nel monastero più grande del "piccolo Tibet indiano" tutto è pronto per il Festival di Hemis, l'appuntamento di maggio più noto a turisti e pellegrini.

statua di Guru Padmasambhava, protettore del Sikkim
©Carsten Nebel/myhimalayas.com
Il Ladakh è noto anche come “piccolo Tibet indiano” ed è una delle zone abitate più alte della terra, con valli poste ad un'altitudine superiore anche ai 3000 metri. Paesaggi brulli e alte vette, ma anche scenari verdi di ampio respiro, dove la nuda roccia è lambita da fiumi ora impetuosi ora dallo scorrere lento. Un paese dalla storia antica che offre anche e soprattutto l’incontro con una popolazione ancora integra e pervasa da profonda spiritualità. Grandi e piccoli monasteri tibetani, abitati da monaci fuggiti alla furia distruttiva dell’invasione cinese in Tibet, antiche cerimonie, castelli e palazzi reali, esempi di arte indiana e nepalese: sono solo alcuni dei molti motivi di interesse di questo paese dove il tempo sembra essersi fermato. Insomma, in Ladakh, montagna e spiritualità regnano sovrane.

Ma da queste parti non mancano mai neanche balli, canti e aria di festa che, in fondo, fanno parte del patrimonio culturale e di vita dei ladakhi. Ogni occasione è buona per festeggiare e si festeggia in grande stile. Alcune di queste feste popolari si svolgono in estate in concomitanza con importanti ricorrenze religiose monastiche, cuore di tutti i festivals. Monaci vestiti di abiti di seta e broccati colorati e con particolari maschere facciali, rituali che raccontano episodi della fede buddista e che fanno parte integrante degli usi e costumi locali.

Ma tra le festività buddiste, è l’Anniversario di Padmasambhava, il fondatore del Buddismo tibetano e santo patrono del Tibet, la più celebre e la più interessante ricorrenza. Danze mistiche al suono di cimbali, tamburi e trombe, monaci in costumi coloratissimi e maschere di cuoio e rame, eseguono una danza tradizionale. Uno scenario davvero suggestivo che attira ogni anno numerosi pellegrini locali in costume tipico e migliaia di turisti che partecipano ai tre giorni di festeggiamenti e si sistemano nel cortile transennato, nelle balconate e persino sui tetti dell’edificio religioso.

Ad accogliere le celebrazioni è, infatti, il monastero di Hemis. Situato a circa 45 chilometri a sud di Leh, è noto anche come Chang-Chub-Sam-Ling, o meglio "Luogo solitario della persona compassionevole". Il paesaggio naturale è straordinario: situato in una bella valle, circondato da corsi d'acqua e da "mani" (mure di pietra ricoperte di iscrizioni sacre) è un luogo dove regna il silenzio e la pace. Ma il monastero ha anche una storia molto interessante: fondato nel XIV secolo da Taktsang Repa, appartiene alla scuola Drugpa Kagyu, un ramo della setta Kagyu-i berretti rossi. Entrando e guardando l’edificio principale si vedono due scalinate, la prima conduce al Dukhang o sala delle riunioni. Sull’altare principale si trova la statua del fondatore circondato da altri lama della stessa scuola. La seconda porta al Tsogkhang nel quale troneggia una statua del Buddha. Chi lo desiderasse può, una volta uscito dal monastero, andare in visita al centro di ritiro situato all’incirca a un’ora di distanza dal monastero.

Il monastero di Hemis ha un forte significato religioso per i buddhisti locali che sono tenuti a recarvisi almeno una volta nella vita.

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