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La tormentata Bretagna della 'ragazza' di Brest in 150 milligrammi

Il film di Emmanuelle Bercot racconta la storia vera della 'Erin Brockovich' europea, Irene Frachon da Finisterre.

Bim
Nel 1993 la cittadina di Hinkley in California divenne tristemente nota per la causa intentata contro la Pacific Gas & Electric dalla Erin Brockovich raccontata da Julia Roberts nel film di Steven Soderbergh del 2000. Oggi, una storia analoga ci porta nella splendida Bretagna, nel dipartimento del Finistère, per farci scoprire la Fille de Brest (titolo originale del 150 Milligrammi di Emmanuelle Bercot, attualmente in sala) pronta a schierarsi contro le ingiustizie e a difesa delle tante vittime inconsapevoli degli interessi dell'industria farmaceutica.

Nel CHU (Centre hospitalier universitaire), l'ospedale della città portuale di Brest, infatti, dal 1996 lavora la pneumologa Irène Frachon. è lei, nel 2007, a scoprire un legame diretto tra una serie di morti sospette e l'assunzione del Mediator, un farmaco in commercio da oltre trent'anni. Dall'inizio in sordina all'esplosione mediatica del caso, la storia ispirata alla vita di Irène Frachon è una lotta di Davide contro Golia per arrivare finalmente al trionfo della verità: una lotta che fa il paio con l'ossessione - dichiarata dalla regista - per "l'idea di giustizia, fin dall'infanzia".

La quale, probabilmente anche per rendere ella stessa giustizia alla vicenda raccontata, ha voluto ambientare il proprio 'medical-thriller' in quelle stesse zone di Finisterre dove tutto si svolse. "Un processo a tappe diverse", lo definisce la Bercot raccontandone la genesi. "Siamo andate insieme a Brest - ricorda la regista le prime fasi del progetto, nel quale è sempre stata accompagnata dalla sceneggiatrice Séverine Bosschem. - Durante il nostro soggiorno abbiamo trascorso molto tempo con Irène, sia a casa sua che in ospedale. Abbiamo incontrato le persone coinvolte nel caso. Per ore e ore, abbiamo registrato Irène che ci ha raccontato tutta la storia. In linea di massima, un po' meno della metà del film è costituita dall'adattamento del libro. L'altra metà è fatta di tutto quello che ci ha riferito in prima persona la gente di Brest, le confidenze che gli uni e le altre ci hanno voluto fare".

Una collaborazione 'sentita', visto quello che gli stessi locali avevano vissuto e patito, e hanno potuto raccontare, rendendo uniche le riprese svoltesi nella loro città tra il 24 novembre 2015 e il 15 gennaio 2016. Culmine di un lavoro di preparazione e documentazione durato più di un anno e che, in realtà, ha approfittato soprattutto delle location del piccolo comune di Lampaul-Plouarzel, dove è stata ricostruita l'abitazione dell'eroina protagonista. Solo per alcune scene si è utilizzata la cornice di Brest, come per la libreria Dialogues di Rue de Siam e per lo stesso CHU, ovviamente, ma anche il rimodernato quartiere che ha ospitato il "laboratorio dei Cappuccini" (con la più grande piazza pubblica coperta in Europa), sulla riva destra del Penfeld nel quartiere storico di Recouvrance e vicino alla Rue St. Malo.
 
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