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La Grande Mela e la Città Eterna, unite nella rete di John Wick

Keanu Reeves torna a vestire i panni del sicario, in un sequel ambientato nelle Roma e New York più nascoste

Eagle Pictures
La passione di Hollywood per la nostra Capitale è più che nota, ma non sempre la scelta delle location riesce a cogliere i molteplici aspetti e la varietà che Roma può offrire. O a scovare i suoi angoli meno battuti. Ci riesce, in parte, il secondo capitolo di John Wick, lo spietato sicario interpretato da Keanu Reeves che - muovendosi lungo le direttrici di una rete criminale 'sotterranea' - riesce a illuminare un sottosuolo molto particolare, creando una connessione non banale tra la Città Eterna e la Grande Mela, da dove arriva.

Tutto per colpa di un italiano: il camorrista Santino D'Antonio cui dà vita un convincentissimo Riccardo Scamarcio. E che per prendere il controllo dell'impresa 'di famiglia' esige dal nostro il rispetto del vincolo di un giuramento di sangue. Costretto ad aiutarlo, questi si dirige quindi a Roma finendo con l'affrontare alcuni dei più spietati killer al mondo in un succedersi di sparatorie, combattimenti e inseguimenti.

"Roma esiste da migliaia di anni e quindi rafforza il senso dell'esistenza da secoli di questa società di assassini, da quando esiste la giustizia, la legge e i cattivi", dichiara il Regista Chad Stahelski, riferendosi al sottosuolo malavitoso al quale si accennava. Anche per questo, consigliati dal location manager Enrico Latella, la produzione ha scelto di girare la festa di Gianna (la 'Padrina' della camorra interpretata da Claudia Gerini) tra le rovine delle antiche Terme di Caracalla, costruite nel secondo secolo dopo Cristo. Mentre l'inseguimento del protagonista al servizio di sicurezza della stessa, ci riporta in centro, a Piazza di Spagna.

Non distante, i meravigliosi scorci dei Rioni Monti e Campitelli sono serviti per ricreare il mondo in cui si svolge l'azione: quello della Gilda degli Assassini, che hanno sede presso l'Hotel Continental, la cui facciata è stata offerta dal Museo Centrale del Risorgimento (mentre i lussuosi interni sono in realtà del Grand Hotel Plaza, lo storico albergo di Via del Corso dove hanno dormito i grandi della storia). Location suggestive che fanno il paio con quella sfruttata per una delle scene topiche del film, la resa dei conti, ambientata nella Stanza degli Specchi della Galleria Nazionale d'Arte Moderna.

Un universo di cattivi che vivono nell'ombra, insomma. Che trasmettono allo spettatore la percezione di essere circondati da un qualcosa di malvagio, antico e al contempo ramificato. E che pervade il film a partire dalle prime scene ambientate a New York, altra location grande protagonista delle riprese. "Mi piaceva l'idea di un mondo nascosto che esiste sotto i nostri nasi in un ambiente urbano come quello di New York, dove - come dice Stahelski - ognuno potrebbe essere un assassino, che sia un grande manager, un suonatore di strada o un senza tetto".

Della città che non dorme mai vediamo - una delle prime volte, essendo stato inaugurato da relativamente poco, dopo tanto lavorarci - il cosiddetto Oculus, o World Trade Center Transportation Hub, di Santiago Calatrava, dove John Wick si scontra con Cassian. Ma i filmmakers hanno passato sette settimane a girare a New York e dintorni. Le location riproposte dal primo film includono la casa ultra moderna di John Wick sul North Shore di Long Island e il club privato de Il Continental, situato nel distretto finanziario di Manhattan. O il tetto del Rockefeller Center, scelto per l'incontro tra John e Winston. "Vedi la cattedrale di St. Patrick e la Fifth Avenue che corre al di sotto, - commenta lo scenografo Keven Kavanaugh. - è l'epicentro del distretto di New York".

Di tetto in tetto, proprio da sotto al Ponte di Manhattan, nel pieno del quartiere di Dumbo, detta legge il King di Laurence Fishburne. Tra le scene girate in alcuni dei luoghi più rappresentativi della splendida Brooklyn, come lo storico negozio di sartoria a Bushwick, utilizzato come fabbrica del sarto 'speciale' di Wick. "Volevamo mostrare New York sotto una luce diversa, come se ci fosse un universo parallelo nascosto in piena vista", dice Kavanaugh, che pure non ha ignorato Manhattan: per il bistrot francese Les Halles di Park Avenue French (dove Wick elimina tre delinquenti con una letale... matita) o il TAO situato nel modaiolo Meatpacking, sotto la 14th street (elegante avamposto di Santino, e centro nevralgico delle sue attività criminali). "Poter occupare quel posto con tutto il suo spazio e le bellissime statue è stata una grande esperienza, - conclude Kavanaugh. - è un grande, moderno bar clandestino chiuso al pubblico, quindi rappresenta un altro modo per mostrare questa società contenuta nella nostra società".
 
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