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Istanbul, le sue moschee

Istanbul e le sue moschee

Ad Istanbul di moschee ce ne sono di qualsiasi dimensione e fattura

Istanbul
Ad Istanbul di moschee ce ne sono di qualsiasi dimensione e fattura e tutta la città, nelle ore di preghiera è pervasa dalla ripetuta invocazione del muezzin che, dagli altoparlanti dei minareti, richiama i fedeli alla meditazione (ezzan) e scandisce gli intervalli orari di tutte le altre persone. Ad una visita distratta ogni moschea può sembrare uguale allaltra, ma questo è solo leffetto che vuole ottenere larchitettura islamica. Le moschee di Istanbul non si sottraggono a questa missione e presentano degli interni essenziali, con grandi spazi per la preghiera e nessun elemento decorativo o votivo che possa distogliere il fedele dalla contemplazione divina. Lo sguardo mistico, libero di spaziare, inevitabilmente sale verso lalto della cupola: verso Allah. Questo continuo tendere verso la divinità si riscontra anche nei minareti, le alte torri che si slanciano al fianco delle moschee, quasi a voler essere delle propaggini terrestri alla ricerca della verità celeste. La più imponente e famosa moschea di Istanbul è la Sultan Ahmet Camii, conosciuta con il nome di moschea Blu. Costruita tra il 1609 ed il 1616 dallarchitetto Mehmet Aga ha la caratteristica di avere ben sei minareti, numero inusuale ancora oggi per lex capitale ottomana. Il desiderio di meravigliare che sottese al progetto di costruzione è facilmente riscontrabile nellarmonioso complesso di cupole che chiude la moschea, nonostante la pesantezza delle masse in gioco. Il nome fuori dal comune le è stato dato per il caratteristico azzurro intenso delle maioliche allinterno, dove è possibile assistere ad affascinanti giochi cromatici dovuti alla luce solari, che entra senza difficoltà dalle 260 finestre della moschea. Rifiniti con eleganza sono il mihrab, nicchia posta a direzionare la preghiera verso La Mecca, ed il minbar, pulpito da dove viene proclamata la predica nella celebrazione del venerdì. La Suleymaniye Camii porta invece il nome del sultano Solimano, detto il magnifico e svetta imponente sul colle del centrale quartiere di Beyazit. allarchitetto ottomano Sinan, ci vollero solo sette anni (1550-1557) per costruirla e la eresse, come narrano importanti poeti turchi, per divenire in breve tempolo splendore e la gioia dellimpero. Il luogo di culto è circondato da un ampio piazzale, quasi interamente cinto da mura, nelle cui vicinanze si allineano vari edifici che erano daiuto alla comunità, come ospizi, ospedali e scuole. La sala di preghiera è vastissima, con finestre laterali adornate di splendide composizioni floreali arabesche, ed è preceduta da un cortile dove si distinguono 24 colonne antiche, provenienti dallippodromo romano. Il mihrab e il minbar, in marmo bianco, sono scolpiti con eccellente abilità e dovizia di particolari.
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