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Isole Cook. Le magnifiche 15

Isole Cook. Le magnifiche 15

Hanno nomi esotici come Rarotonga, Aitutaki, Atiu, Mitiaro, Mauke, Mangaia. Le isole Cook sono uno degli arcipelaghi più affascinanti del Pacifico con una natura splendente e una cultura ricca di antiche tradizioni.

Isole Cook
©Cook Island Tourism
Quando si arriva alle isole Cook, sembra di entrare in un sogno. Il panorama già dall’aereo è stupefacente. Una volta atterrati, il sogno si concretizza: si viene accolti dal suono dell’ukulele e da un colorato punch di benvenuto con ciliegie glassate, foglioline di menta e l’immancabile ombrellino colorato. Poi, una volta abbandonato l’aeroporto, ecco che gli occhi si riempiono di verdi palmeti, di fiori splendidi e profumatissimi, di lunghe spiagge bianche lambite da acque cristalline, di sottili banchi corallini e di atolli remoti. Il sogno si confonde con la realtà.

I voli internazionali arrivano a Rarotonga che, insieme ad Aitutaki, è l’isola più grande e meglio organizzata turisticamente dell’intero arcipelago. Rarotonga fa parte delle Cook meridionali, è di origine vulcanica e qui risiede la maggior parte della popolazione. Le spiagge più belle sono situate lungo le coste orientali e meridionali dell’isola. Non a caso qui è situata anche la spiaggia in assoluto più famosa, quella di Muri, dove la sabbia è bianchissima e il mare a dir poco splendido. Unico neo: forse cominciano ad esserci troppi ristoranti, bar e alberghi, tra cui il Pacific Resort & Villas che vanta una vista meravigliosa. Rarotonga del resto è perfettamente attrezzata per accogliere i turisti.

Gli amanti della natura, dotati di buono spirito di adattamento, non dovrebbero invece mancare una visita all’isola di Atiu, con le sue caratteristiche caverne immerse in foreste lussureggianti. Forse il più bel tesoro nascosto delle Isole Cook. Qui le spiagge più belle portano i nomi di Tongaroro e Orovaru Beach, dove pare sia approdato il capitano Cook. Chi preferisce le scogliere, invece, si sposterà nella zona di Pari Aniu a nordest. Da evitare invece le coste orientali e meridionali, insidiose durante l’alta marea.

Tra Tarapaku Landing e Oneroa Beach, sulla costa nord-orientale, ci sono le Three Grottoes (Tre Grotte), che si possono visitare solo quando il mare sul versante orientale dell'isola è calmo. La ripida strada che collega Tarapaku Landing con il Tengatangi Village attraversa piantagioni, campi di taro, macchie di papaie, makatea, foreste litorali e un lungo muro, il Vairakai Marae, costruito con 47 grandi pietre di calcare. I terreni costieri di Atiu, chiamati makatea, sono originati dalla fossilizzazione del corallo e sono percorsi da numerose grotte calcaree, come la spettacolare Anatakitaki Cave.

Ma le Cook non sono tutte qui. Sarebbe un peccato anche rinunciare alle bianche spiagge dell'isola di Mauke, dove le costruzioni più antiche denotano l'influenza dei navigatori cileni un tempo frequentatori dell'isola. Gli abitanti di Mauke hanno dovuto subire nella loro storia anche le scorrerie degli atiuani: l'isola era famosa in tutto il Pacifico meridionale per la bellezza delle donne, così i guerrieri di Atiu vi facevano frequenti incursioni e, se le donne erano di loro gradimento le sposavano, altrimenti le mangiavano.

Infine, Mangaia, la più meridionale delle isole Cook. Il primo europeo ad avvistarla fu il capitano Cook nel 1777, ma gli indigeni si mostrarono piuttosto ostili. In effetti gli abitanti di Mangaia hanno sempre avuto la fama di essere poco socievoli, fama che conservano ancora oggi. Ma l’isola è comunque bella, ed è dominata dal Rangimotia, una collina alta 169 metri, ed è circondata da una barriera corallina molto vicina alla riva.
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