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Gibilterra tra due mondi

Gibilterra tra due mondi

Gli antichi pensavano che qui, tra le Colonne d'Ercole, finisse il mondo. Oggi questa piccola colonia britannica tra Spagna e Marocco attira per il suo fascino di luogo di frontiera dove, tra pub e giardini English style si respira l'aria nostalgica della vecchia Inghilterra.

Gibilterra
©Gibraltar Tourism
Protettorato Britannico, Gibilterra ha quel fascino ambiguo dei luoghi di frontiera, dove più culture si incontrano e convivono. Luogo strategico sull’omonimo stretto che collega l’Oceano Atlantico al Mar Mediterraneo, precedentemente si chiamava Calpe, una delle colonne d’Ercole, luogo dove secondo gli antici finiva il mondo. Da un lato l’Andalusia con le sue case bianche e il calore gitano, dall’altro l’araba El Kusiret, nel mezzo l’imponente scoglio della Rocca.

Dalla Costa del Sol, per entrare in questa città-stato ceduta nel 1713 all’impero britannico e trasformata nell’Ottocento in fortezza, bisogna passare un aeroporto che viene debitamente chiuso per permettere l’accesso alle macchine. La frontiera, chiusa nel 1969 dal governo spagnolo, è stata riaperta nel 1985 ed è attraversata da oltre 4 milioni di persone ogni anno.

E’ immediata la sensazione di trovarsi in un luogo unico un pò inglese e un pò spagnolo. Sul territorio di 6 chilometri quadrati vivono circa 30mila abitanti e 120 macachi, scimmie originarie del Sud-est asiatico e dei Paesi magrebini, probabile lascito dei mori, che si possono osservare da vicino in due aree di Gibilterra. Lontana dai cliché di altre città-stato come San Marino, Montecarlo o Vaduz, Gibilterra sembra vivere di una nostalgia britannica.

I palazzi in stile liberty, i pub, i piccoli giardini richiamano un English style di altri tempi. Sulla rocca svetta con i suoi 49 metri il faro, il più meridionale del territorio inglese, inaugurato nel 1841 da cui si gode uno colpo d’occhio sull’Africa. Da vedere anche la Baia Catalan, un villaggio di pescatori costruito nell’ottocento dai Genovesi, in cui l’architettura richiama ancora alla mente uno stile tutto italiano.

Grotte, riserve naturali, tunnel scavati nella roccia, castelli e musei, in un territorio così piccolo tutto parla di storia. Come i graffiti originali di uno degli edifici più antichi di Gibilterra, o il Museo della città che racconta la sia storia da 200 milioni di anni fa a oggi. Imperdibile il Barbary Ape, il santuario delle scimmie che semi-selvagge che vivono qui da oltre 2 secoli.
 
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www.gibraltar.gi

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