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Argentero & Co., Lost in Armenia per Hotel Gagarin

Nel film di Simone Spada le macchine da presa riprendono un paesaggio inusuale, duro e affascinante.

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A parte lo splendido Loveless dell'anno scorso, in genere l'Unione Sovietica viene spesso vista come un luogo misterioso, sospetto, pericoloso magari… E così per molti dei territori 'Oltre Cortina'! 'Merito' forse degli strascichi della Guerra Fredda o della banale distanza geografica, ma capita che si preferisca ricostruire altrove piuttosto che muoversi armi e bagagli per approfittarne realmente. Gabriele Salvatores fu molto coraggioso nell'arrivare fino in Siberia per la sua Educazione siberiana del 2013, ma anche per gli interpreti di Hotel Gagarin non è stato banale spingersi in Armenia

Claudio Amendola, Luca Argentero, Giuseppe Battiston, Barbora Bobulova, Silvia D’Amico sono cinque italiani, spiantati e in cerca di un’occasione, mandati a girare un film in Armenia. Appena arrivati in loco però si ritrovano nel mezzo della guerra e il sedicente produttore sparisce con i soldi. Abbandonati all’Hotel Gagarin, isolato nei boschi e circondato dalla neve, trovano il modo di inventarsi un’originale e inaspettata occasione di felicità che non potranno mai dimenticare.



"Sentivo l’esigenza di raccontare una storia di speranza, sogni, popoli col sorriso della commedia, attraverso il mezzo che amo e conosco meglio: il cinema - racconta il regista - Hotel Gagarin vuole essere una commedia romantica, brillante, malinconica e un po' visionaria. È la possibilità di fare un viaggio divertendosi, un film in movimento nonostante si svolga principalmente in un unico grande ambiente. È un tentativo di farci sognare, ridere, emozionarci o intristirci, come faceva, una volta, la commedia all'italiana che ci faceva uscire dal cinema più consapevoli e felici".

Un tentativo per realizzare il quale Simone Spada ha portato i suoi set nella Capitale dell'ex repubblica sovietica tra gennaio e febbraio, e non solo… Come conferma uno dei protagonisti, Luca Argentero: "È stata un'avventura a tutti gli effetti; le vicende dei protagonisti del film e le nostre si assomigliano molto, in quanto a difficoltà tecnico-logistiche. L'Armenia è un paese decisamente isolato, e non abbiamo girato solo nella capitale Erevan, ma anche a Sevan che è più nell'entroterra, quindi ancora più lontani dalle comodità che si pensa che il cinema comporti. Ma era l'unico modo per guadagnare quegli scenari meravigliosi". "Ci siamo fermati più di una volta - ricorda l'attore torinese, meno spaventato di altri dal girare a -20° e convinto che - fosse valsa la pena di così tanti chilometri per vedere quello che vedevamo".

E che dal 24 maggio vedremo anche noi, al cinema, per ridere con loro di una commedia "poetica e sgangherata", "raffinata e divertente" e magari per cercare di identificare nelle scene del film il lago di Sevan, il più grande dell’Armenia e uno dei più grandi laghi d'alta quota al mondo, o magari per farsi tentare dall'ipotesi di vivere quelle emozioni in prima persona prenotando una stanza all'Hotel Gagarin (nella realtà l’Akhtamar Hotel di Mashtotsner Street 3, a un passo dal lungolago stesso).
 
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