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Isole Cook. Aitutaki, la sublime

Aitutaki, la sublime

Un soggiorno alle Isole Cook non può dirsi completo senza aver effettuato una sosta nella magnifica isola di Aitutaki situata a circa 50 minuti di volo a nord di Rarotonga. In questa isola c'è qualcosa di primordiale e sublime.

Isole Cook
©Cook Island Tourism
E’ poco più di un atollo Aitutaki, isola nata da un vulcano più di due milioni di anni fa. L’erosione l’ha trasformata in quella che sembra l’impronta colossale di un piede. Sabbia bianca e palme verdi al posto delle dita, un mosaico di verdi e azzurri per la pianta e il tallone. L’isola è di una bellezza incomparabile, sorge su una laguna triangolare punteggiata di graziose motu (piccole isole) ed è anche interessante dal punto di vista storico perché ha diversi marae (i luoghi per i raduni religiosi prima del contatto con gli europei) aperti ai visitatori.

L'isola è interessante anche dal punto di vista storico. Ad Aitutaki sbarcò nel 1821 il primo evangelizzatore della Società Missionaria Londinese che, dopo aver convertito al cristianesimo gli isolani, si diresse verso Rarotonga. Il primo europeo ad avvistare Aitutaki fu il famoso William Bligh, che l'11 aprile 1789 veleggiò da quelle parti con il Bounty. Nel corso del secolo scorso vari personaggi misero piede ad Aitutaki, il più importante dei quali fu sicuramente Charles Darwin, che nel 1835 vi fece una sosta durante il suo eccezionale viaggio con la Beagle.

L’isola è attraversata da sentieri di terra rossa con piante di papaia e di maranta, di mango e di manioca con una vegetazione lussureggiante dovuta alla umidità dei tropici. Il cuore dell'isola è caratterizzato da piantagioni di banane e di frutta tropicale, alternate a foreste e boschi di cocco. Il villaggio principale dell'isola è Arutanga, una sonnolenta località con una malridotta chiesa del 1828 che è la più vecchia delle Isole Cook e contiene diversi oggetti di legno intagliato e alcune vetrate policrome.

Con una passeggiata di una trentina di minuti, si può raggiungere la vetta del monte Maungapu, dalla quale si ha una bella vista su tutta la laguna. Sull'isola ci si può spostare in mini-bus (le cui corse sono abbastanza frequenti) oppure si può prendere in affitto una bicicletta o una motocicletta: le strade non sono granché, ma le distanze sono brevi e il traffico quasi inesistente, quindi è un'avventura che si può tentare. Ma chi viene sull’isola non può far meno di rimanere conquistato della spettacolare laguna triangolare che la circonda, conferendole colori e trasparenze inimmaginabili, rendendola meta ideale per gli amanti del mare e della pesca oltre che un vero balsamo per lo spirito.

Vicino alla costa sud-orientale ci sono invece alcuni marae fatti con imponenti massi di basalto nero; molti di essi sono tra i più grandi di tutto l'arcipelago e ciascuno ha il proprio nome. Il Maungapu, all'estremità settentrionale dell'isola, è un'altura di soli 125 metri ma vale la pena salire sulla cima per ammirare il panorama della laguna e dell'isola. Bastano un paio di scarpe comode e una facile escursione di mezz'ora. La laguna è una meraviglia: è punteggiata di banchi di sabbia e barriere coralline e ha 21 motu ed è priva di squali. I motu più belli sono Maina, dove potrete fare snorkelling e vedere i nidi dei fetonti, e Tapuaetai, o Isola di un piede, che vanta una spiaggia splendida e fantastiche acque turchesi.
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