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Abracadabra: Pamplona, Madrid e la Spagna sono una magia

Nel film spagnolo ritroviamo le radici del regista basco Pablo Berger, impegnato in un viaggio in Castilla e dintorni.

Movies Inspired
Produzioni recenti hanno fatto scorprire ai più perle come Siviglia, Granada, Almeria o Valencia, ma non si può parlare di Spagna senza rendere il giusto omaggio alla Comunità autonoma di Castilla-La Mancha - terra del Don Quixote di Terry Gilliam (tanto per citare il film di chiusura dell'ultimo Festival di Cannes) - e alla sua capitale, la 'Bella' Madrid. La città di Pedro Almodovar, che spesso ha ambientato qui le sue tragicommedie… Tra Chueca e il Buen Retiro, la Almudena e Santa Ana, fino agli sfondi naturali che oggi appaiono nella commedia ipnotica di Pablo Berger, Abracadabra.

La protagonista Carmen (Maribel Verdú) vive alla periferia di Madrid con suo marito Carlos (Antonio de la Torre). È una casalinga qualunque devota alla famiglia, mentre lui è un operaio edile e tifoso di calcio che vive per il Real Madrid. Un giorno le loro monotone vite cambiano per sempre. A un matrimonio il cugino di Carmen, Pepe (José Mota), un ipnotizzatore amatoriale, dà una dimostrazione. Chiede se tra il pubblico ci sia un volontario e Carlos, sebbene scettico, accetta. La mattina seguente Carlos comincia a comportarsi in modo strano – qualcosa è andato storto e adesso è posseduto da uno spirito. I due cugini iniziano insieme una surreale e comica ricerca per riportarlo alla normalità, mentre Carmen comincia a sentirsi stranamente attratta dal suo “nuovo” marito.

Il regista basco si era fatto notare sin dalla sua opera prima (Torremolinos 73 - Ma tu lo faresti un film porno?), ma con il Blancanieves del 2012 era arrivato a proporsi all'Academy per il Premio Oscar per il Miglior Film Straniero. Purtroppo senza esito. Ma quello di Berger resta un curriculum meritevole di attenzione, soprattutto se la sua nuova fatica promette di essere "una sorpresa costante e di ipnotizzare lo spettatore dall'inizio alla fine" come dice il diretto interessato. E come alcune delle location scelte per le nove settimane di riprese, svoltesi nell'ormai nel lontano 2016 tra Madrid e la vicina Navarra.

Intanto la Pamplona che sempre Berger definisce "accogliente", nella quale circa duemila persone hanno portato sul set il loro "buon umore" partecipando alla lavorazione, e della quale possiamo ammirare - qui e lì - l'Hotel Tres Reyes, la clinica Ubarmin, la Chiesa de Ansoain o il popolare quartiere di San Jorge (o Sanduzelai in Euskera, la lingua locale). Una città "meravigliosa" secondo il protagonista Antonio de la Torre, "pulitissima e piena di gente incantevole, dove si mangia in maniera impressionante e posso andare a fare footing lungo il fiume Arga".

"La nuova Hollywood spagnola", azzarda ancora di più il regista di quella che è stata definita una "commedia seria o un dramma comico". Il quale però ha approfittato ampiamente anche della Capitale del Regno, la Madrid dei distretti di Moratalaz e Parla, di Carabanchel e del Palacio de Gaviria su Calle Arenal, e dove - come rivela - "avevo voglia di fare un film da tanti anni. Ho vissuto a Bilbao per 24 anni, poi a New York per una decina, e da lì a Madrid. Una città accogliente e contraddittoria… Che senza dubbio possiede qualcosa che mi ha sempre attratto, come la sua gente. Perché qui convivono i torreznos o i panini con i calamari e le cupcake, i taxi maleodoranti e le limousine. Abracadabra non riflette il suo quotidiano, ma ne dà una visione distorta e stilizzata: la Gran Vía, i caffè Nebraska e le sue tortine con la panna, le discoteche per adulti, la metro, la M-30…".


 
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