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Lazio Parco del Vulci trekking archeologia e natura 

Vulci: archeotrekking mozzafiato

Antiche città e misteriose necropoli da scoprire tra canyon profondi in uno dei parchi più preziosi ed affascinanti dell'Italia centrale

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©Museo della Tuscia Rupestre/Wikimedia Commons
Il Castello della Badia
Antiche rovine, vegetazione rigogliosa, una fauna ricca e variegata, e persino canyon, cascate e un laghetto. Al Parco del Vulci c'è tutto questo e molto di più. In una superficie di circa 900 ettari, adagiata nella province di Viterbo, nel comune di Montalto di Castro, sono racchiusi tesori preziosi che permettono di apprezzare una natura rigogliosa ed incontaminata nella quale si incastonano testimonianze di secoli di storia del nostro Paese.

Solcato dal fiume Fiora, uno dei meglio conservati dell'Italia centrale, il parco offre siti naturalistii di grande fascino, che spaziano dagli ampi pianori popolati di vacche maremmane e cavalli allo stato brado, sino a profondi canyon scavati nella roccia vulcanica attraverso i quali si fa strada il corso d'acqua, e alle cascatelle che lasciano spazio al pittoresco laghetto del Pellicone, meta prediletta per gli appassionati di kayak durante la bella stagione. Lungo il corso del fiume gli scenari sono davvero incantevoli e fanno da rifugio a numerose specie animali, tra cui cinghiali, istrici e lepri, mentre alzando gli occhi, lo sguardo è rapito dai cieli variopinti solcati da uccelli di ogni forma e colore tra i quali si possono distinguere, soprattutto in primavera, le inconfondibili sfumature dei gruccioni.

E se nel parco ci si perderebbe tra sentieri immersi nel verde e costeggiati da pioppi, olmi, sambuchi, salici e mirto, è, invece, importante non smettere di seguire il proprio percorso perchè porta alla scoperta di tesori di inestimabile valore che il tempo ha conservato nel corso dei secoli, portando ai giorni nostri le testimonianze del passaggio di popoli e civiltà che hanno segnato profondamente la storia del nostro pianeta.

Tra queste meraviglie della natura, infatti, si celano siti archeologici risalenti ad epoche a partire dal V secolo a.C.. Proprio su questi territori, infatti, sorgeva la città etrusco-romana di Vulci, della quale sono giunte a noi le rovine della cinta muraria con le porte urbane, di luoghi di culto, dimore e necropoli. La visita agli scavi inizia dalla Porta Ovest, scavata lungo il tratto più antico delle mura di tufo. Da qui il percorso si snoda attraverso l'edificio in laterizio, risalente al II secolo a.C; l'edificio absidato, con ogni probabilità una piccola basilica cristiana del periodo tardoantico; il Tempio Grande, un raro esempio di fusione tra la tradizione greca e quella etrusca, e la Domus del Criptoportico, una grandiosa dimora dai pavimenti in mosaico dotata di ambienti sotterranei. Spingendosi oltre l'incrocio con il cardo, ci si imbatte, infine, nel Sacello di Ercole, antico luogo di culto.

Non meno affascinante la visita alle necropoli etrusche, tra cui quelle di Cavalupo, Ponte Rotto e Camposale, che custodiscono sontuose tombe all'interno delle quali sono stati rinvenuti ricchissimi corredi. Tra le tombe più note meritano certamente una visita quella di Francois e il grandioso Tumulo della Cuccumella, entrambe nelle Necropoli Orientali. L''esplorazione delle tombe è possibile solo su prenotazione e con l'accompagnamento di una guida.

Ma non è finita, perchè molti dei reperti provenienti dagli scavi archeologici sono stati riuniti in preziose collezioni custodite presso il Museo Archeologico Nazionale di Vulci, allestito all'interno del Castello della Badia, uno scenografico maniero di epoca medievale risalente al XIII secolo, costeggiato dallo spettacolare Ponte del Diavolo, del III secolo a.C, che attraversa il fiume Fiora a quasi 30 metri di altezza.

Per poter godere di tutto questo, è possibile seguire alcuni percorsi “obbligati” non guidati proposti dai gestori del Parco, tutti di bassa difficoltà, potendo scegliere tra quello completo, di circa 3 ore di cammino, quello breve, di circa 2 ore, e il Percorso Natura, della durata di 45 minuti, durante il quale è possibile osservare numerose piante aromatiche utilizzate fin dall'antichità. Tutti e tre i percorsi permettono di ammirare splendide rovine ed il laghetto del Pellicone.

E', inoltre, possibile prendere parte ad interessanti visite guidate ia piedi, in mountain bike, a cavallo o in notturna, specialmente durante la bella stagione, oltre che all'Archeotrekking, un percorso guidato per veri sportivi che in 7 ore porta alla scoperta della città di Vulci e della valle del Fiora. Una volta guadato il fiume, si potrà visitare la Tomba di Francois e risalire gli argini fino al laghetto del Pellicone, per poi risalire la parete di roccia vulcanica fino al ponte della Badia e al castello Medievale.
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