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Puglia: Grottaglie

San Giuseppe: festa a San Marzano

Le celebrazioni iniziano la mattina del 18 marzo, quando, nelle case, si preparano tavole imbandite con pietanze tipiche del luogo

Grottaglie
S. Marzano di S. Giuseppe: Il nome particolare deriva da un Regio Decreto emanato nel XIX secolo, in cui sinvitavano i sindaci dei comuni omonimi, ad aggiungere un suffisso che caratterizzasse tale località, possibilmente con qualcosa che rendesse evidente una particolarità del luogo o delle usanze popolari. Non è dunque un caso che questo paese sia dedicato a San Giuseppe, essendo la popolazione molto legata al culto del santo. Prova se ne ha durante la festa patronale, che ha luogo nei giorni 18 e 19 marzo di ogni anno. Di certo questa celebrazione nasce da uno spiccato senso caritatevole, che trova fondamento nella miseria in cui molti degli antichi abitanti versavano. Il centro della festa, infatti, consiste nel preparare un enorme quantità di cibo, disposto su tavolate, dette mattere. Le celebrazioni iniziano la mattina del 18 marzo, quando, nelle case, si preparano tavole imbandite con pietanze tipiche del luogo, tra cui molto particolare risulta essere il pane: viene preparato in casa ed ha una forma circolare con una croce incisa sopra, per ribadire la sacralità del momento. Queste tavole vengono apparecchiate per tredici persone, in memoria dei commensali dellultima cena. Le famiglie che le hanno imbandite, ricevono la visita del prete che benedice le vettovaglie. Verranno poi invitate delle persone povere a pranzo, le quali porteranno via con sé quanto avanzato. La giornata prosegue con un altro evento caratteristico: la processione dei cavalli con le fascine. Nei giorni immediatamente precedenti la festa, i contadini provvedono a potare gli ulivi, in modo da avere sufficiente legna da far sfilare, legna che si può vedere di fronte l ingresso delle abitazioni paesane. Questa processione è molto suggestiva, sono molti i carri ed i cavalli che sfilano davanti la chiesa, e proprio questi cavalli sono i protagonisti: alcuni di essi s inginocchiano arrivati in corrispondenza dellingresso in chiesa. E il prete benedice animali, persone e fascine . In serata si svolge lu Fucarazzo, un immenso falò dalle proporzioni impressionanti in cui vengono bruciate le fascine benedette. E uno spettacolo quasi surreale, che lascia senza fiato e dura fino allalba. Questa usanza è, forse, lunico aspetto pagano presente nelle celebrazioni sanmarzanesi, da ricondursi alle feste di fine inverno, in cui si scacciavano gli spiriti bui della stagione fredda, che da queste parti sa essere molto rigida. La giornata del 19 inizia con lesposizione in piazza delle mattere ora messe a disposizione di tutti i poveri, paesani e non: il buon San Giuseppe, almeno quel giorno, aiuta tutti ad avere cibo in abbondanza. Di nuovo la tavola è pensata per i poveri, ma in questo caso è prevista la devozione che consiste nel prendere un assaggio di una pietanza, per rendere grazia del dono, e festeggiare. La festa si conclude la sera, con gli immancabili fuochi dartificio
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