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Lazio, l'ulivo più grande d'Europa

A Canneto Sabino si erge maestoso il millenario "Ulivone" a testimonianza della vocazione olivicola del territorio laziale

Ulivone di Canneto Sabino
Dal comune di Roma, per l’esattezza dalla riva sinistra del fiume Tevere, fin oltre ai Monti Sabini si estende il territorio laziale della Sabina, con il suo tipico paesaggio costellato di colline ricoperte da secolari oliveti, che si alternano a verdi vallate e a montagne dove predominano estesi boschi di faggi e querce. E’ qui che si produce l’olio extravergine d’oliva Sabina Dop.

SABINA E DINTORNI: LE FOTO

LA TRADIZIONE. La testimonianza vivente della vocazione millenaria della Sabina alla produzione di olio d'oliva è l’olivo millenario di Canneto Sabino: un albero, grande, forte e rigoglioso che tocca i quindici metri di altezza, con una circonferenza del tronco di 7,2 metri e di circa 30 metri la chioma, che porta benissimo i suoi oltre 2000 anni di vita. Sembra infatti che l'albero possa risalire addirittura all'epoca di Numa Pompilio, Re Di Roma dal 715 a.C. fino al 673 a.C., originario della Sabina, anche se su questo non esistono riscontri certi. Prove inconfutabili arrivano invece dallo storico Strabone che cita gli olivi della Sabina nell'opera "La Geografia" e da Marco Terenzio Varrone, che nel suo "De re rustica" ha incluso consigli sulla coltivazione dell'olivo ancor oggi validi, mentre Claudio Galeno definì l'olio della Sabina come "il migliore del mondo conosciuto". Risale al VII secolo a.C. la fiaschetta di Poggio Sommavilla, conservata oggi al Museum of Fine Arts di Boston, che offre non solo il più antico esempio di scrittura sabina di epoca pre-romana, ma conferma la cultura olivicola della zona in quanto al suo interno sono state trovate tracce di olio di oliva.

LA DENOMINAZIONE. Il nome Sabina Dop deriva dal territorio sabino, corrispondente più o meno all'antica area della popolazione dei Sabini. E’ stato il primo olio italiano in ordine di tempo ad ottenere la certificazione di Denominazione di Origine Protetta, nel luglio del 1996.

LE CARATTERISTICHE. Il fattore che più di ogni altro determina la qualità dell’olio sabino è rappresentato dal patrimonio di cultivar, con varietà che qui hanno trovato condizioni ideali per svilupparsi: è previsto infatti l’impiego di Carboncella, Leccino, Raja, Pendolino, Frantoio, Moraiolo, Olivastrone, Salviana, Olivago e Rosciola per almeno il 75% della materia prima, mentre altre varietà possono concorrere fino ad un massimo del 25%. Il Sabina Dop appare con un colore giallo oro che, negli oli più freschi, conserva sfumature verdognole. L’aroma è fruttato, così come il sapore, che al palato si presenta vellutato, uniforme, aromatico, leggermente piccante.

IL TERRITORIO. La zona di produzione della Dop Sabina comprende in provincia di Roma tutto o in parte il territorio amministrativo dei seguenti Comuni: Roma, Guidonia, Fontenuova, Marcellina, Mentana, Montecelio, Monteflavio, Montelibretti, Monterotondo, Montorio Romano, Moricone, Nerola, Palombara Sabina, Sant'Angelo Romano, San Polo dei Cavalieri. In provincia di Rieti tutto o in parte il territorio amministrativo dei seguenti Comuni: Cantalupo in Sabina, Casaprota, Casperia, Castelnuovo di Farfa, Collevecchio, Configni, Cottanello, Fara Sabina, Forano, Frasso Sabino, Magliano Sabina, Mompeo, Montasola, Montebuono, Monteleone Sabino, Montenero Sabino, Montopoli in Sabina, Poggio Catino, Poggio Mirteto, Poggio Moiano, Poggio Nativo, Poggio S.Lorenzo, Roccantica, Salisano, Scandriglia, Selci, Stimigliano Tarano Toffia, Torricella, Torri in Sabina, Vacone.

LA PRODUZIONE. La produzione massima di olive/Ha non può superare i Kg 6.300 negli oliveti specializzati. Viene presentato in commercio in recipienti in vetro o in lamina metallica inossidabile di capacità non superiore ai 5 litri.

LA CULTURA. Quasi tutte le alture sono dominate da caratteristici borghi medioevali, castelli ed antichi monasteri. Grazie alla Strada dell'olio della Sabina è stato istituito il  Museo dell'olio di Castelnuovo di Farfa, che propone una reinterpretazione dell'olio e dell'ulivo in chiave mitica e simbolica attraverso la metafora dell'arte.

LA CUCINA. L’olio extravergine di oliva Sabina DOP è da preferire a crudo, su verdure in pinzimonio, finger food, bruschette, zuppe di legumi o verdure, carpacci di carne e pesce, crostacei. In cottura valorizza ragù, sughi e condimenti di primi piatti, brasati, arrosti, cacciagione, grigliate di carne e pesce. Viene consigliato anche per friggere.

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