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Damien Hirst, mostra, Venezia

A Venezia i tesori di Hirst recuperati dalle acque

Punta della Dogana e Palazzo Grassi presentano il nuovo e atteso progetto di Damien Hirst

Sphinx
www.palazzograssi.it
Damien Hirst – Sphinx
Sono circa 200 le opere che compongono Treasures from the Wreck of the Unbelievable (Tesori dal naufragio dell'Incredibile) l'attesa nuova mostra di Damien Hirst che si svolge fino al prossimo 3 dicembre nelle due sedi della Pinault Collection. Si tratta della prima grande mostra personale dedicata ad Hirst in Italia, dopo la retrospettiva del 2004 al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Nato a Bristol nel 1965 l'artista contemporaneo più famoso al mondo dalla fine degli anni '80 realizza una vasta serie di installazioni, sculture, dipinti e disegni con il fine di esplorare le complesse relazioni tra arte, bellezza, religione, scienza, vita e morte. Con i suoi lavori, tra cui l'iconico squalo in formaldeide “The Physical Impossibility of Death in the Mind of Someone Living” (1991) e “For the Love of God” (2007), calco in platino di un teschio tempestato di 8.601 purissimi diamanti, l'artista britannico sfida le certezze del mondo contemporaneo, esaminando tutte le incertezze insite nella natura dell’uomo.
 
PERCHE' ANDARE
 
Curata da Elena Geuna, la mostra prende le mosse dalla storia immaginaria di Cif Amotan II di Antiochia, uno schiavo liberato dalle catene che divenne tanto ricco da poter comprare una serie di tesori provenienti da diverse culture. Purtroppo in seguito ad un naufragio, il vascello Apistos che trasportava l'intero tesoro affondò nei mari d’Africa, trascinando le preziose opere negli abissi. Venti secoli più tardi il celebre artista britannico che per dieci anni ha inseguito il tesoro inabissato, lo recupera dal fondo del mare e lo espone a Palazzo Grassi e Punta della Dogana. Nel grande evento espositivo è quindi possibile ammirare i pezzi che compongono il tesoro come un mezzo busto di marmo rosso con vermini e conchiglie d'agata, antichi ermafroditi in marmo ricoperti in corallo e grandi conchiglie. E poi ancora argenti corrosi dall'acqua di mare, demoni giganti senza testa, teste di sfingi, faraoni e maquette in argento come "l'Idra e la dea Kali". 
 
DA NON PERDERE  
 
Presenti in mostra anche i transformer che arrivano dal futuro, assieme a Pluto ricoperto di barnacle, una piccola statua in oro della dea dell'abbondanza, un'altra della divinità egizia Hathor e la celebre testa della Medusa in malachite, imagine simbolo della mostra. Non manca Mercurio, il messaggero degli Dei e un Buddha di Giada che a causa della corrosione marina e delle sue fessure simili a ferite, spinge lo spettatore a riflettere sulla sofferenza dell'uomo.
 
Treasures from the Wreck of the Unbelievable
Fino al 3 dicembre 2017 
Luogo: Palazzo Grassi, Punta Della Dogana, Venezia
Info: www.palazzograssi.it
 
 
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