PERCHE’ SE NE PARLA Tutto nasce da una petizione online per chiedere l'introduzione di un "numero chiuso". E così nel Parco delle Cinque Terre, a partire dalla prossima estate, ci sarà un tetto di visite giornaliero. L'obiettivo è ridurre le presenze tra Monterosso, Corniglia, Vernazza, Manarola e Riomaggiore. Gli strumenti saranno i seguenti: contapassi sui sentieri, così da monitorare le presenze, un'app per smartphone che funge da semaforo atto a segnalare la presenza si superaffollamenti nei piccoli borghi, una "card" per poter prenotare le visite. Al momento i provvedimenti sono ancora in fase di studio.
PERCHE’ ANDARCI Il Parco Nazionale delle Cinque Terre con i suoi 3.868 ettari è tra i più piccoli d’Italia e allo stesso tempo il più densamente popolato, con circa 4.000 abitanti suddivisi in cinque borghi. Il modo migliore per scoprire, cercare di capire e “gustare” le Cinque Terre è senza dubbio quello di percorrerle a piedi.
DA NON PERDERE Quello ligure è il primo parco italiano creato per tutelare un paesaggio in massima parte costruito dall’uomo. Gli elementi naturali, così evidenti lungo i sentieri, vengono valorizzati nel Centro di Osservazioni Naturalistiche di Torre Guardiola. L’Area Marina Protetta inoltre tutela e divulga gli ambienti sommersi, in particolare quelli corrispondenti ai due principali promontori, Capo di Monte Nero e Punta Mesco. La riserva promuove immersioni guidate e attività di scoperta delle forme di vita marine a favore dei ragazzi.
PERCHE’ NON ANDARCI Chiudere il turismo potrebbe essere la scelta sbagliata per sostenere e veicolare il turismo. Come ha sostenuto la Regione Liguria, ci sarebbe bisogno di altre strategie di marketing: questa sorta di "ticket" potrebbe disincentivare il turismo del weekend, che non può essere programmato, e che non si capisce come si possa calcolare in caso di fenomeni meteorologici contrari o eventi e manifestazioni. Numero chiuso a parte, meglio lasciare a casa l'auto e muoversi in treno, anche perché i borghi sono chiusi al traffico dei non residenti.
COSA NON COMPRARE Le Cinque Terre sono famose per i vini DOC che vi si producono, come lo Sciacchetrà. O per i grandi sapori a tavola: dalle torte di riso e di verdura con zucchine, bietole, borragine ed “erbette” selvatiche alle acciughe di Monterosso pescate con la lampara. Molto meglio rispetto ai quadretti colorati da appendere e dei cappellini e le borse marchiate "Italia": questi souvenir lasciateli agli stranieri.
