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Avellino, 36 anni dopo il terremoto dell'Irpinia

La scossa, di magnitudo 6.9 della scala Richter, che durò ben novanta secondi, colpì soprattutto una vasta area compresa tra l'Alta Irpinia e la Basilicata

Castello di Lauro
©iStock
Castello di Lauro
PERCHE' SE NE PARLA Sono passati esattamente trentasei anni da quel 23 novembre 1980 in cui un terremoto colpì Irpinia e Basilicata. Una scossa di magnitudo 6.9 della scala Richter: erano le 19:34, e durò novanta secondi. Colpì soprattutto una vasta area compresa tra l'Alta Irpinia e la Basilicata: 2.914 (2.735 secondo altre fonti) le vittime, quasi 9 mila i feriti, 18 comuni rasi al suolo, 99 devastati, 300 mila rimasero senza casa. I maggiori danni si registrarono nei comuni di Castelnuovo di Conza, Senerchia, Calabritto, Conza della Campania, Sant’Angelo dei Lombardi, Laviano, Lioni e Santomenna, e arrivarono addirittura a Napoli. 
 
PERCHE' ANDARCI Capoluogo della regione storico-geografica dell'Irpinia, Avellino si trova in una conca pianeggiante ai piedi del Monte Partenio. La Cattedrale, risalente al XII secolo, comprende la cripta romanica e il coro ligneo cinquecentesco. La Torre dell'Orologio, simbolo della città, è del Seicento e si trova in Piazza Amendola: questa domina lo skyline con i suoi 40 metri d'altezza. Il Museo provinciale Irpino, all'interno del Palazzo della Cultura, comprende una sezione archeologica e una moderna. Per il centro tanti bellissimi palazzi nobiliari e la fontana dei tre Cannoli, restaurata e abbellita dall'architetto Cosimo Fanzago. Interessanti anche la Chiesa di Santa Maria dei Sette Dolori e quella di Santa Maria del Rifugio. 
 
DA NON PERDERE Nel verde incontaminato della  natura che circonda la provincia di Avellino, dai Monti Picentini al Parco Regionale del Partenio, tanti i sentieri per lunghe passeggiate tra i boschi. Per un tuffo nel passato basta visitare uno dei suggestivi siti archeologici che narrano le gesta di popoli antichi, o semplicemente la loro vita quotidiana. Le attrattive turistiche più apprezzate, nella provincia di Avellino, sono l'Oasi Valle della Caccia di Senerchia, l'Abbazia Del Goleto a Sant'Angelo dei Lombardi, il Santuario San Gerardo a Materdomini, il Castello Lancellotti a Lauro e il Lago Laceno a Bagnoli Irpino.
 
PERCHE’ NON ANDARCI Tra i record negativi di Avellino la sua menzione tra le città più inquinate d'Italia, il rapporto di Legambiente 2016. Ma è anche, secondo l'Eurispes, uno dei posti italiani più a rischio usura.  Eppure, secondo la classifica pubblicata da Il Sole 24 Ore, stilata sulla base dei dati del Ministero dell’Interno, è la quinta provincia più sicura d’Italia. Mistero delle classifiche.
 
COSA NON COMPRARE Il caciocavallo è uno dei prodotti tipici più diffusi e comprati dai turisti più ghiotti e intelligenti. Buono anche il vino locale. Per il resto, poco altro in circolazione. Calamite solo per i collezionisti.
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