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San Valentino 2016 ristoranti romantici Valtellina

Valtellina, due cuori e una tavola stellata

La festa degli innamorati in 4 ristoranti stellati per vivere il romanticismo con gusto 

Valtellina
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Valtellina
Attraversata dal fiume Adda e racchiusa tra le Alpi, la Valtellina offre un incantevole paesaggio che presenta colori di grande suggestione donando alla valle un'atmosfera a dir poco fiabesca. 
Splendida in alta quota, con pascoli, laghetti alpini, imponenti cime, la Valtellina ha una naturale vocazione turistica, legata alla pratica degli sport invernali e all’escursionismo, alpinismo e cicloturismo; inoltre una vegetazione rigogliosa tra i castagneti che si nascondono in incantevoli nuclei rurali, angoli in cui il tempo sembra essersi fermato. Insomma: un posto perfetto per trascorrere San Valentino. E proprio in onore della festa più romantica questo luogo offe la soluzione ideale per unire amore e gusto grazie alle proposte di 4 ristoranti, tutti Stella Michelin.

FOTO: SAN VALENTINO, I CIBI AFRODISIACI E QUELLI DA EVITARE (Stile.it)
 
A Il Cantinone (Madesimo) troverete piatti che sembrano dipinti con colori vivaci e cucina slow-local, basata su prodotti e ricette locali, ma che allarga i suoi orizzonti verso universi culinari più ampi. E’ questa la filosofia dello chef Stefano Masanti. Tra i suoi piatti signature alcune tipicità della Valtellina riproposte in chiave moderna: gli sciatt, le caratteristiche frittelline con cuore di formaggio fuso, sono serviti insieme al Salmerino di torrente; la polenta viene trasformata in un cannolo ripieno di ricotta di capra e ginepro, mentre uno degli emblemi della Valtellina, il Bitto, diviene una morbida spuma accompagnata da castagne e caramello di aceto di Sforzato. La sala da pranzo si trova nel cantinone originale – da qui il nome del locale – rivestito di boiserie d’abete che, illuminate dalla luce delle candele, creano un ambiente intimo e romantico.      
 
La Lanterna Verde (Villa di Chiavenna) offre genuinità e rispetto della tradizione, gli ingredienti preferiti dello chef Antonio Tonola. Il suo menu è ricco e variegato. Si spazia dai piatti-simbolo della cucina valtellinese, i pizzoccheri, per citarne solo uno, a ricette che lasciano posto alla fantasia, proponendo, in riusciti accostamenti, sapori di gusto opposto come le capesante con zucca, zenzero e insalata di alghe o gli gnocchi di barbabietola su crema di caprino, sesamo e caviale di trota o ancora la pernice selvatica accompagnata da cardi arrostiti e rape. L’ambientazione è quella accogliente della tipica costruzione di montagna con travi a vista, affreschi alle pareti e grandi camini che emanano tepore. E per un romantico brindisi non c’è che l’imbarazzo della scelta tra le oltre 7000 bottiglie conservate nella grande cantina del piano interrato dove il vero protagonista è lo Sforzato di Valtellina.

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Non distante da Morbegno, a Mantello, un piccolo comune della Bassa Valtellina con meno di 1000 abitanti, si trova Presef, il ristorante dell’azienda agricola La Fiorida. A tenerne le redini è lo chef Gianni Tarabini che, seguendo la filosofia del ‘chilometro zero’, crea le sue ricette servendosi quasi esclusivamente di ciò che viene prodotto nella fattoria, dal macello al caseificio. Ed è così che nascono alcune delle sue creazioni più apprezzate – come il ‘dorso di maialino della Fiorida’ con crema di verzette e croccante di polenta o lo gnocco di patate con cuore di Bitto, burro montato, Misultin del Lario e scorzette di limone – tutte racchiuse nella ‘Carta delle emozioni’, il menù da lui ideato per raccontare, attraverso ogni suo piatto, una storia, un sapore o profumo associato al passato di ognuno. Ad accogliere gli ospiti è un ambiente curato nei minimi dettagli e caloroso, in cui predomina il legno, le tinte pastello, soprattutto l’azzurro, e una grande stüa valtellinese.            
 
La cucina di Antonio Borruso, il giovane chef del ristorante Umami, che in giapponese significa ‘saporito’, è un mix di aromi, un viaggio di colori, profumi e il punto di incontro tra due diverse tradizioni culinarie, quella napoletana e quella valtellinese, che si fondono in un menu variegato, capace di venire incontro ai palati più raffinati e alle esigenze più diverse. Il ristorante si trova a Bormio e da ricette tradizionali come i pizzoccheri, che assumono però una curiosa forma sferica, si passa a un’esplosione di ragù partenopeo; gli sciatt vengono, invece, farciti con baccalà e peperoni e il lardo di montagna accompagna il merluzzo gratinato con mandorle. L’interno del locale è moderno, con grandi vetrate che lasciano filtrare la luce e una ricca collezione di bottiglie pregiate, esposte alle pareti come delle vere ‘opere d’arte’.    
 
Informazioni
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