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Sicilia: il melone d'inverno che sembra un "purceddu"

La dolce varietà di Alcamo è uno dei frutti più antichi della provincia di Trapani. la ricetta: Cremolata al melone "purceddu".

melone verde buccia fetta frutta polpa bianca 
©Frans Rombout/iStock
Un melone
Dolce e gustoso fino a Natale e anche oltre, il melone “purceddu” di Alcamo è una vera e propria istituzione della tradizione agroalimentare della bella cittadina in provincia di Trapani dove ancora oggi questa antica varietà viene coltivata, seppure con meno impulso di un tempo. La sua dolcezza ed il suo ottimo sapore lo rendono un ingrediente perfetto per preparare le celebri granite siciliane.

LA TRADIZIONE Risale al I secolo a.C. il “corno dell'abbondanza”, rinvenuto ad Alessandria d'Egitto, che ritrae quello che con ogni probabilità è un melone d'inverno. E non bisogna attendere molto per collocare in Sicilia la coltivazione di questa varietà di meloni. Era, infatti, il IV secolo a.C. quando lo storico Diodoro Siculo lo citava tra i frutti prodotti sull'isola ed in particolare in una zona che corrispondeva alle attuali province di Trapani e Palermo. Si può, dunque, affermare con una certa sicurezza che quella del melone rappresenta una delle più antiche coltivazioni dell'agricoltura trapanese. E', poi, ad Alcamo e nei suoi immediati dintorni che la produzione del succoso melone chiamato “purceddu” ha raggiunto la sua massima espressione ed ancora oggi la coltivazione del frutto, caratterizzato da un'elevata serbevolezza che ne consente il consumo anche in pieno inverno, è una delle tradizioni più significative di questa bella località siciliana, nonostante sia in forte calo di tendenza. Si tratta, infatti, di un'attività che garantisce, purtroppo, un ricavo minimo e la concorrenza delle varietà straniere si fa sempre più spietata. E' per questo che, coadiuvati dalla Fondazione Slow Food, alcuni produttori locali si sono riuniti in un Presidio che si occupa dell'intera filiera produttiva, dalla semina, al raccolto sino alla commercializzazione.

LA DENOMINAZIONE Il melone “purceddu”, così chiamato per la forma simile a quella un maialino, fa parte, assieme al cartucciaru di Paceco e al tondo bianco di Fulgatore, di quelle varietà denominate “meloni d'inverno” a causa della loro elevata conservabilità. E' stato inserito nell'elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT) ed è oggetto di richiesta di assegnazione del marchio IGP.

LE CARATTERISTICHE Il melone “purceddu” di Alcamo si distingue per la forma ovale, la sua buccia verde, costoluta e rugosa ed il sapore molto dolce che diventa ancora più gustoso con il passare del tempo a causa della concentrazione dello zucchero nella polpa bianca e succosa. Proprio per questo, una volta raccolto, può conservarsi molto a lungo ed essere consumato fino a Natale e, talvolta, addirittura fino al mese di febbraio.

LA PRODUZIONE Se soltanto vent'anni fa le colture di melone d'inverno raggiungevano i 6000 ettari di estensione, di cui 1500 destinati a quelli a buccia verde, negli ultimi anni si è registrato un calo di oltre 300 ettari ed il ridimensionamento non sembra essersi ancora arrestato. Quella del “purceddu” è una varietà rustica che può essere coltivata esclusivamente in asciutto. La semina comincia tra il mese di aprile e quello di maggio, mentre il raccolto si concentra tra il mese di agosto e quello di settembre, quando i meloni non sono ancora del tutto maturi (in dialetto locale “gresti”). I frutti, un tempo, venivano accatastati sul pavimento in particolari recinti chiamati zamme, e rigirati frequentemente, più o meno ogni quindici giorni. Oggi i produttori del Presidio hanno affinato la tecnica ed hanno cominciato ad appendere singolarmente i meloni avvolti in una retina, un po' come avviene con i salumi. L'esposizione è, così, uniforme e non occorre, dunque, rivoltarli continuamente. Con questa tecnica, inoltre, viene notevolmente semplificato anche il procedimento di separazione dei frutti in base al calibro.

LA CULTURA Il melone “purceddu” è indiscutibilmente uno dei simboli della tradizione e del folklore di Alcamo. Basti pensare che era usanza comune, dopo il raccolto, appenderli a terrazze e balconi per conservarli in attesa che diventassero ancora più dolci e gustosi. Un tempo i “purceddi” erano anche merce molto richiesta da parte di alcuni grandi grossisti campani che ne acquistavano in quantità per poi rivenderli sui mercati di Napoli, spacciandoli, spesso, per meloni locali.

IN CUCINA Il suo sapore dolce rende questo melone ottimo consumato al naturale, come frutto da tavola. E', inoltre, un ingrediente particolarmente apprezzato per la preparazione di gelati rinfrescanti oltre che delle celebri granite siciliane.
La ricetta: Cremolata al melone “purceddu” di Alcamo. Ingredienti: Melone, acqua (circa 150 millilitri ogni 500 grammi di frutta), zucchero (circa 150-200 grammi ogni 500 grammi di frutta a seconda del grado di dolcezza del melone). Tagliate il melone e privatelo di buccia e semi. In un pentolino fate sciogliere lo zucchero nell'acqua scaldando a fuoco dolce, poi frullate lo sciroppo ottenuto assieme alla polpa del melone tenendone da parte una piccola quantità che taglierete a pezzettini molto piccoli. Mescolate il composto ottenuto con i pezzetti di melone e sistemate il tutto in una ciotola che lascerete nel freezer per due o tre ore mescolando di frequente (circa ogni 20-30 minuti) poi servite in tavola mantecando la cremolata con l'aiuto di un cucchiaio o di una paletta per il gelato. Se lo desiderate, potete conservare la buccia dei meloni ed usarla come ciotola per servire in tavola la cremolata. In tal caso, tagliate i frutti a metà e svuotateli con un cucchiaio, poi fate riposare le calotte di buccia nel freezer. Al momento di portare la cremolata in tavola, tirate fuori le bucce dal freezer e riempitele di granita.

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IL TERRITORIO Adagiata ai piedi del Monte Bonifato (dichiarato Riserva Naturale), più o meno a metà strada tra Trapani e Palermo dalle quali dista circa 50 chilometri, Alcamo si estende fino al Mar Tirreno che bagna la famosa frazione di Alcamo Marina, affacciata sul Golfo di Castellammare. Come è spesso avvenuto per la maggior parte delle località Siciliane, anche questa bella cittadina del Trapanese ha subito, nel corso del tempo, la dominazione di differenti popoli e civiltà che hanno lasciato sul territorio preziose tracce del loro passaggio. Oggi, per chi la visita, Alcamo offre molteplici attrattive che spaziano dalle magnifiche chiese in stile barocco e rinascimentale, tra cui la seicentesca Chiesa Madre, quella di S. Francsco, quella di S. Olivia e la Badia Grande, sino agli scenografici castelli, come quello medievale dei Conti di Modica (comunemente chiamato Castello di Alcamo) dalla struttura romboidale con quattro torri, all'interno delle quali sono state rivenute anche delle stanze di tortura. Da non perdere, all'interno del maniero, il teatro per l'Opera dei Pupi Siciliani dove oltre ad assistere ad interessanti rappresentazioni, è possibile ammirare una magnifica esposizione delle celebri marionette armate siciliane.

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