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Sicilia, i dolci fichidindia alle pendici dell'Etna

Il ficodindia è delizioso al naturale e come ingrediente per la preparazione di macedonie, conserve e liquori

fichi d'india cactus frutti spine 
©martinalfaro/iStock
Fichi d'India carichi di frutti
Coltivati nella provincia di Catania, nella zona interessata all'eruzione del vulcano, i fichi d'india dell'Etna hanno ottenuto dal 2003 il riconoscimento di DOP. Sono particolarmente apprezzati per il delizioso sapore dolce e l'elevato contenuto di fibre e vitamine.

LA TRADIZIONE
Lo storico Denis Mack Smith, nel suo History of Sicily - Medieval Sicily 800-1713 spiegò come alla fine del XVI secolo gli spagnoli introdussero in Sicilia nuove coltivazioni dal continente americano, come il pomodoro dal Perù, il mais e il tabacco dal Messico. Tra quelle che si diffusero più di tutte si distinse il ficodindia proveniente dall’America Tropicale (Indie occidentali, secondo C. Colombo) che ben presto trasformarono le campagne siciliane, riuscendo a sopportare lunghi periodi di siccità, a propagarsi facilmente tra le spaccature delle rocce e a frantumare la lava nei fertili pendii del monte Etna, e contribuendo al sostentamento quotidiano di ogni strato della popolazione. W.H. Barlett nelle Pictures from Sicily (1853) confermò, inoltre, che di tutte le coltivazioni della parte bassa dell’Etna il ficodindia, è probabilmente quella chesi sviluppa e si riproduce con maggiore rapidità. Ulteriori riferimenti al fico d'India (fichi opunzia) nella zona dell’Etna possono essere rinvenuti anche nelle opere di P. Bembo, Borelli, Stoppani e Brydone.

LA DENOMINAZIONE
La DOP è attribuita ai frutti esenti da malformazioni di peso non inferiore a 95 g, con percentuale di polpa non inferiore al 60% del peso fresco dell’intero frutto, di colore e forma, caratteristici della cultivar (sono ammessi frutti raccolti nella fase di invaiatura) e di grado rifrattometrico non inferiore al 13%. Per consentire l’attività di controllo e vigilanza agli organismi certificatori, il prodotto DOP dovrà essere esclusivamente quello dei produttori operanti nel territorio di cui all’art. 3 e che risultino iscritti in un apposito elenco.

LE CARATTERISTICHE
Il ficodindia (Indian fig. - prickly pear cactus) è un frutto di forma ovoidale, caratterizzato da polpa succosa e appartenente a tre varietà (la Sanguigna, a polpa rossa e succosa con gusto corposo; la Sulfarina, di polpa gialla, consistente e saporita e la Muscaredda, di polpa bianca dal sapore molto delicato) e che cresce su piante spontanee tipiche del bacino del Mediterraneo, di grosse dimensioni (possono raggiungere anche i 5 metri) formate da foglie carnose e spinose chiamate “pale”.

LA PRODUZIONE
L'area di produzione del “Fico dIndia dell'Etna DOP” comprende il territorio dei comuni di Bronte, Adrano, Biancavilla, Santa Maria di Licodia, Ragalna, Camporotondo, Belpasso e Paternò, in provincia di Catania, con riferimento a terreni situati ad una altitudine compresa tra i 150 ai 750 m s.l.m.. La pianta può raggiungere i 3-5 metri di altezza, anche se nei nuovi impianti lo sviluppo viene contenuto a 3-2,5 mt per rendere più agevoli gli interventi durante il ciclo produttivo. La fioritura è scalare ed avviene tra l’ultima decade di maggio ed i primi quindici giorni di giugno. I primi fiori, detti agostani, maturano tra agosto e settembre. Nella coltivazione intensiva è previsto il raccolto di frutti tardivi, qualitativamente superiori, chiamati bastardoni o scozzolati.

LA CULTURA
A dimostrazione del forte legame che si è instaurato tra questo frutto e la Sicilia, in tutta la regione il ficodindia viene celebrato ogni anno con differenti sagre ed eventi dedicati. A Roccapalumba, in provincia di Palermo, ad esempio, il frutto è protagonista della Opuntia Ficus indica Fest, durante la quale si può conoscere da vicino il tradizionale ficodindia attraverso degustazioni guidate e laboratori. A Santa Margherita di Belice in provincia di Palermo, invece, si svolge ogni anno Ficodindia Fest, un evento che coinvolge i partecipanti in spettacoli, mostre, degustazioni e visite guidate.

IN CUCINA
I fichi d'India vanno consumati preferibilmente freschi già sbucciati come frutto da tavola. Per prepararli bisogna fare attenzione alle spine, conviene, dunque, aiutandosi con una forchetta, tagliare le due estremità ed incidere longitudinalmente la buccia che si scalzerà dal frutto. Viene utilizzato anche per preparare macedonie, confetture e liquori.

La ricetta: Marmellata di fichi d'india. Ingredienti: 1 kg di polpa di fichi d’India, 500 g di zucchero, 1 limone, acqua
Tagliate i frutti a cubetti piccoli e versateli in una pentola; mettete la pentola sul fuoco, unite lo zucchero e un bicchiere d’acqua, quindi portate a ebollizione e lasciate sul fuoco fino a quando i fichi d’India non saranno completamente spappolati. Passate il composto al setaccio (o al passaverdure) in modo da eliminare tutti i semini. Se preferite, potete filtrare il passato allo chinois.Versate il passato in una casseruola, unitevi lo zucchero e portate a ebollizione. Non appena inizia il bollore aggiungete il succo del limone e fate bollire per una quarantina di minuti. Quando il composto si sarà addensato, procedete nel modo solito: mettetelo nei vasetti, chiudeteli, capovolgeteli, fateli cuocere a bagnomaria per 20 minuti, quindi etichettate e conservate in dispensa. Lasciate riposare un mese prima di assaggiarla. (gustoblog.it)

IL TERRITORIO
Il Parco dell’Etna è stato il primo ad essere istituito tra i parchi siciliani nel 1987, anche se ci si pensava sin dagli Anni Sessanta, quando iniziò ad affermarsi il turismo di massa con la conseguente necessità di salvaguardare la natura e il patrimonio della montagna. L'Etna è un sito naturale del Patrimonio dell'Umanità dal giugno del 2013.
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