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Sicilia, gli antichi pomodori "senz'acqua"

Nella Valle del Belice si coltivavano a secco e se ne ricavava un delizioso concentrato

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Pomodori
Da sempre vocata all'attività agricola, la valle del Belici, a cavallo tra Palermo e Caltanissetta, grazie ai terreni ricchi di potassio regala da sempre prodotti di eccellenza tra i quali una varietà di pomodoro chiamata siccagno che non richiede irrigazione e che, dopo un lungo periodo di abbandono, è oggi oggetto di un programma di recupero assieme alla ricetta del prelibato concentrato, l'astrattu, che tradizionalmente se ne ricava.

LA TRADIZIONE
Sono le condizioni pedoclimatiche ideali della valle del Belici rendere i prodotti del territorio di questa zona della Sicilia una vera eccellenza. Le estati calde e secche che possono raggiungere i 40° e gli inverni miti fanno del grano, delle lenticchie, delle fave e dei ceci locali un'autentica prelibatezza. Ma anche i pomodori qui sono davvero speciali, basti pensare che la varietà più tipica a caratteristica per crescere su questi terreni ricchi di potassio non richiede irrigazione, e per questo viene chiamata “siccagno”. Oggi quasi scomparso, questo pomodoro, che veniva un tempo impiegato per la preparazione di ottime conserve e di un particolare concentrato chiamato astrattu, sopravvive grazie all'impegno di un produttore che ne conserva gelosamente la semente e la riproduce ogni anno nella propria azienda.

LA DENOMINAZIONE
Oggi la Fondazione Slow Food tutela il pomodoro siccagno della valle del Belici con un Presidio di cui attualmente fa parte l'unico produttore sopravvissuto che nel corso del tempo metterà a disposizione i suoi semi per altri produttori in modo da diffondere nuovamente la coltivazione sul territorio.

LE CARATTERISTICHE
Si tratta di un pomodoro di forma allungata con l'apice a punta. E' particolarmente apprezzato per le sue proprietà gustative ed olfattive oltre che per il suo apporto nutrizionale. E', infatti ricco di vitamina A e C e di antiossidanti come il licopene, a fronte di un ridotto apporto calorico.E', inoltre, molto saporito tanto che la sua passata può essere cucinata senza l'aggiunta di sale.

LA PRODUZIONE
Il pomodoro siccagno è pronto per il raccolto a partire dal mese di luglio, ma il prodotto trasformato in passata o in concentrato può essere reperito durante tutto l'anno.

LA CULTURA
Un tempo nei Comuni della valle, come Marianopoli, Villalba, Valledolmo e Scaflani Bagni quasi ogni famiglia di contadini coltivava in asciutta i suoi pomodori dei quali conservava i semi gelosamente, al punto di chiamarli perfino con il nome del capo famiglia. Il raccolto veniva effettuato durante il giorno, mentre si procedeva alla lavorazione nelle ore serali, e ad entrambe le fasi partecipava tutta la famiglia, ogni componente con il proprio ruolo. Una parte del raccolto veniva destinato alla preparazione della conserva, il resto a quella del concentrato.

IN CUCINA
Presso molte delle aziende locali il pomodoro siccagno è stato sostituito da ibridi più moderni e produttivi come brigade e interpeel, ma un tempo veniva impiegato per la preparazione di conserve deliziose come la passata, i pomodori secchi e il triplo concentrato (l'astrattu) che oggi il Presidio sta cercando di recuperare.

La ricetta. Astrattu. Per produrre l'astrattu si lasciava essiccare la passata su tavole in legno chiamate maìdde. I bambini durante il giorno si occupavano della arriminata, vale a dire la rigirata, che consisteva, appunto, nel rigirarla a intervalli regolari. Al tramonto, infine, di procedeva all'arricugghiuta appallottolandola con le mani unte di olio e sistemandola in grandi orci o conservandola nella carta oleata.

IL TERRITORIO
Adagiata nell'entroterra siciliano a 50 chilometri da Caltanissetta e circa 100 da Palermo, Villalba è un comune che sorge nel cuore della Valle del Belici su un territorio popolato, sin da epoca romana, da numerose colonie agricole. Deve il suo nome al colore chiarissimo dei suoi edifici. Vale la pena concedersi una piacevole passeggiata lungo il corso principale, via Nicolò Palmieri, costeggiato da oleandri, magnolie, e cespugli di “belle di notte” dai colori variopinti, e raggiungere le numerose cappelle votive erette ai margini del paese, mistici luoghi di preghiera nonché meta di pellegrinaggi e processioni. Tra i più affascinanti luoghi di culto che punteggiano il territorio, meritano una vista la suggestiva Cappella del Calvario, posta su una collina lasciata incolta tutto l'anno in maniera tale che a Pasqua si ricopra di erba, la Chiesa Madre di San Giuseppe e quella dalla Concezione. Da non perdere una passeggiata sulle Serre di Villalba fino a Cozzo Pirtusiddu, a 900 metri di altitudine, dal quale si gode di una vista mozzafiato sul territorio circostante.

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