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Motta di Livenza, aringa e polenta è il piatto della Quaresima

Aringa e polenta è diventato il simbolo del mercoledì delle Ceneri a seguito dei lontani eventi del 1449

aringhe
©Belyaevskiy/iStock
Filetti di aringa
Per la fede cristiana la Quaresima, come è noto, è un periodo di digiuno in cui ci si prepara alla Pasqua rinunciando ai peccati di gola e seguendo un regime alimentare morigerato. In Veneto uno degli ingredienti più tradizionali della Quaresima, ed in particolare dei primi giorni, è l'aringa che, generalmente, viene servita in abbinamento alla polenta. A Motta di Livenza questa ricetta è diventata il simbolo del Mercoledì delle Ceneri a seguito di cruciali eventi storici risalenti alXV secolo.

LA TRADIZIONE
Quella del consumo di aringa e polenta è un'usanza dalle origini antiche specialmente nella zona di Motta di Livenza, un borgo del Trevigiano non lontanto da Venezia in cui tale tradizione viene persino celebrata con una sagra, quella "dea renga" appunto, durante la quale le famiglie si riuniscono per consumare aringa e polenta e le trattorie propongono menu speciali. Un tale legame con questo pesce saporito trova giustificazione in un evento storico di cui il borgo fu protagonista e che i posteri ricordano come "mercore grot" (mercoledì triste). Era il 1449 quando, approfittando del clima di festa dell'ultimo giorno del Carnevale, l'esercito turco cercò di cogliere di sorpresa la popolazione per espugnare il castello e proseguire alla volta di Venezia conquistando anche altri borghi del Veneto orientale. Gli abitanti si accorsero, però, del nemico e si difesero strenuamente dall'incursione che durò sino al giorno successivo respingendo, infine, gli invasori. Si narra che per festeggiare lo scampato pericolo, il Mercoledì delle Ceneri la popolazione si concesse un gustoso pasto a base di aringhe e polenta. E da allora continò a farlo ogni anno in memoria dei tragici eventi di quella notte.

LA DENOMINAZIONE
Mangiare aringhe e polenta a Motta di Livenza ha un vero e proprio valore simbolico e rappresenta l'emblema della commemorazione di quella notte cruciale per il borgo che, per la tragicità degli eventi, viene ancora ricordata con l'appellativo "grot" che, in dialetto, significa "triste".

LE CARATTERISTICHE
Quello delle aringhe con la polenta è un piatto semplice quanto ghiotto. Nella tradizione contadina veneta, specialmente nelle famiglie più povere ed in periodi di difficoltà, non potendo disporre di sufficienti aringhe per sfamare tutti i componenti del nucleo familiare, ci si limitava semplicemente a strofinare il pesce sulle fette di polenta per insaporirle. Oggi, naturalmente, i tempi sono cambiati e si possono gustare diverse interpretazioni di questo abbinamento dalla tradizione antica.

LA PRODUZIONE
la "sagra dea renga" è un evento particolarmente sentito dalla popolazione mottense che lo celebra ogni anno con grandi scorpacciate di aringhe e polenta. Un tempo gli abitanti erano soliti riunirsi nelle trattorie che, per l'occasione, servivano questo piatto della tradizione. Nel corso del tempo a questa portata si sono aggiunte altre specialità tradizionali che rendono l'evento un vera e propria festa per il palato.

LA CULTURA
Secondo le più accrediatate ricostruzioni, la diffusione in Veneto dell'aringa proveniente dai mari del nord risale ad epoca medievale. Questo pesce era particolarmente apprezzato perchè era nutriente e facile da conservare. I metodi di conservazione più diffusi erano l'essiccazione o la sistemazione sotto sale che, però, doveva avvenire entro poche ore dalla cattura del pesce. Fu così che si sviluppò un'intensa attività commerciale tra le città dell'Europa centromeridionale, che inviavano il sale a nord, e quelle del Nord Europa che inviavano a sud i barili di aringhe. Venezia era il principale sbocco sul Mediterraneo di tale mercato. A Parona, in provincia di Verona, si racconta che nelle osterie si imparò a cucinare questo pesce proprio a causa degli scambi commerciali. I burchieri (i conduttori delle particolari imbarcazioni chiamate burche) che discendevano lungo il fiume Adige erano costretti a sostare nelle osterie del luogo in attesa dell'espletamento delle operazioni doganali. Come compenso offrivano agli osti un corrispettivo in merce trasportata che, talvolta, comprendeva proprio delle cassette di aringhe. 

IN CUCINA
Ci sono tanti modi per gustare l'aringa nel suo tradizionale abbinamento con la polenta che ne smorza delicatamente il gusto intenso senza coprirlo. A Motta di Livenza, così come in altre zone della regione, sono ormai tantissime le ricette che propongono questo delizioso accostamento tanto nelle sue versioni più tradizionali, quanto in sfiziose rivisitazioni che prevedono l'aggiunta di altri ingredienti talvolta insoliti.

PRODOTTI TIPICI E RICETTE DAL GUSTO ITALIANO

La ricetta. Aringhe e polenta. Ingredienti: aringhe affumicate, polenta da tagliare a fette, olio, aceto, sale, pepe, erbe aromatiche (prezzemolo, timo, salvia ecc.).
Ricavate e i filetti dalle aringhe e sbollentateli per qualche minuto in una pentola di acqua bollente addizionata con una spruzzata di aceto, poi scolateli ed asciugateli per bene. Nel frattempo preparate un intingolo a base di olio, sale, pepe ed erbe aromatiche che distribuirete in un contenitore abbastanza largo da adagiarvi i filetti di aringa. Lasciate riposare il pesce nell'intingolo per un giorno riponendolo in frigorifero ben coperto. Togliete i filetti dal frigorifero e teneteli a temperatura ambiente per due o tre ore per poi servirli in tavola accompagnati da fette di polenta ben abbrustolite.

IL TERRITORIO
Adagiata alla confluenza del fiume Monticano nel Livenza, Motta di Livenza sorge al confine tra le province di Treviso (di cui fa parte), Pordenone e Venezia, circa 35 chilometri a nord-est di Teviso. La sua lunga storia è strettamente legata a quella di Venezia per via della sua posizione lungo la via Postumia, importante arteria di epoca romana. Del suo passato sono rimaste numerose testimonianze sia civili che religiose disseminate per il centro storico.

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