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Prodotti Pat Abruzzo Ricetta con Mandorla di Navelli

Mandorli in fiore tra i dolci pendii dell'Abruzzo

La fascia collinare dell'Altopiano di Navelli è legata alla produzione spontanea di mandorle con cui vengono preparati i tradizionali "pepatelli". Ecco la ricetta

pianta che produce il frutto mandorla, albero<br>
iStock
Mandorli
Le mandorle di Navelli sono un prodotto agroalimentare tradizionale (PAT) riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, su proposta della Regione Abruzzo.

LA TRADIZIONE La pianta è originaria dell’Asia occidentale, da dove si è diffuso a tutte le regioni del Mediterraneo a opera dei Greci. I fiori di mandorlo sono i primi a sbocciare in primavera e talvolta nel tardo inverno. Per questo simboleggiano la speranza, oltre che il ritorno in vita della natura ma, sfiorendo nell’arco di un breve lasso di tempo, rappresentano anche la delicatezza e la fragilità.

LA DENOMINAZIONE Le mandorle di Navelli sono prodotti PAT della regione Abruzzo.

VIDEORICETTA: TORTINO DI RICOTTA E MANDORLE

LE CARATTERISTICHE Presenta una forma medio lunga, ha il guscio duro e un sapore molto gradevole. Non si identifica con una varietà ben precisa, visto che la riproduzione è avvenuta sempre attraverso la selezione dei frutti dalle migliori piante già insediate nella zona. La maturazione è tardiva, e avviene tra la fine di settembre e l'inizio di ottobre.

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LA PRODUZIONE La zona di produzione della mandorla di Navelli comprende la fascia collinare e le valli integrate dell'Altopiano omonimo nella regione Abruzzo. Circa il 90% della produzione è costituito da frutti del tipo a pasta dolce e la resa dei semi, dopo la separazione dal guscio, è del 20-22 %.La conservazione è fatta in modo tradizionale: successivamente alla pulitura il prodotto viene posto per 3-4 giorni all'aria per completare l'essiccazione, in seguito le mandorle si possono conservare in magazzini particolarmente asciutti sia in cumuli sia in sacchi di juta.

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LA CULTURA Il mandorlo può essere considerato a tutti gli effetti una coltura tradizionale. I motivi per i quali si sia diffuso tale tipo di coltivazione nell'Altopiano di Navelli sono da ricercare nella necessità, da parte delle popolazioni contadine che abitarono questi luoghi in passato, di integrare il mandorlo con le coltivazioni già esistenti, consapevoli che avrebbe dato oltre ai frutti, il legname utile alle esigenze domestiche.

IN CUCINA Le mandorle sono ottime consumate al naturale, fresche o tostate. Vengono raccolte a mano e con delle verghe (bastoni flessibili lunghi dai 3 ai 5 metri) e sono usate sia in cucina (pesto alla trapanese) che in pasticceria (confetti, biscotti, pasticcini, marzapane). I pepatelli sono dolci tipici della provincia di Teramo, in modo particolare delle zone montane. Conosciuti come i “papatìlle”, sono piccoli biscotti piatti che sembrano vagamente ricordare, per la forma, i cantucci toscani. In realtà sono molto diversi, a base di farina integrale, miele, scorza gratugiata d’arancia, mandorle di Navelli e pepe che conferisce loro un gusto unico e particolarissimo.

LA RICETTA Pepatelli. Ingredienti: 500 gr di mandorle; 500 gr di miele millefiori; 500 gr di farina di tritello (è la farina che contiene la parte fine della crusca) o, in alternativa, farina integrale; 2-3 arance non trattate; pepe nero. Lavare le arance, asciugarle bene e grattugiare la scorza finemente. In una casseruola far sciogliere il miele a fuoco bassissimo. Sulla spianatoia mescolare la farina con le mandorle, la scorza delle arance ed una generosa macinata di pepe. Aggiungere pian piano il miele caldo e cominciare ad impastare; il tutto alla fine risulterà piuttosto consistente. Con la pasta formare dei filoni rettangolari ed ppoggiarli sulla placca del forno. Cuocere 170°C fino a che la superficie risulterà dorata. Dai filoni ancora caldi ritagliare i pepatelli dello spessore di 3 mm circa aiutandosi con un coltello affilato e un canovaccio che coprirà l’impasto molto caldo.  Disporre i pepatelli nuovamente sulla leccarda e ripassarli in forno ancora per qualche minuto in modo da renderli croccanti. Per quet’operazione non è necessario che il forno sia acceso, va benissimo anche il forno appena spento ancora bello caldo, e ovviamente tanto più vi si terrano dentro, tanto più i pepatelli risulteranno croccanti. Una volta freddi riporre i “papatìlle” in una scatola di latta ben chiusa per un’ottimale conservazione.

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IL TERRITORIO La piana di Navelli è stata ed è famosa per la coltivazione dello zafferano, la spezia di origine orientale introdotta dalla Spagna tra XV e XVI secc. Caratteristica è anche la produzione di ceci, di mandorle e noci, tutti prodotti utilizzati per numerose ricette tradizionali. Visitare Navelli significa immergersi in un angolo di medioevo ma anche scoprire la sovrapposizioni di fasi architettoniche diverse, dal Medioevo al Rinascimento e al Barocco. Secondo alcuni Navelli deriverebbe da nava, cioè “conca”, “affossamento”, dalla depressione del terreno nella quale si trovava il primo insediamento, mentre la tradizione popolare restituisce un originario Novelli, dall’unione in un unico castello di nove ville. Da Novelli si sarebbe passati a Navelli in seguito alla partecipazione degli abitanti del borgo alle crociate in Terra Santa, così come ricorda lo stesso stemma del paese. Sulla sommità del borgo, si erge imponente il seicentesco Palazzo Baronale Santucci, sorto sulle rovine dell’antica fortezza medioevale. Passando per il cortile posteriore esterno del palazzo, si trova la chiesa di San Sebastiano, costruita sui resti della primitiva chiesa di S. Pelino e il cui campanile era originariamente la torre d’avvistamento del castello medioevale. VISITA L’ABRUZZO: VAI ALLA GUIDA
 
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