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La magia del Sambuco a Chiaromonte

Considerata per secoli una pianta dalle origini fatate, nella località lucana viene da sempre utilizzata anche per produrre un ottimo liquore

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Pianta di Sambuco
A Chiaromonte il Sambuco esiste da sempre ed è, infatti, da secoli che nell'affascinante località lucana si tramanda di generazione in generazione la storica ricetta del liquore preparato mediante l'infusione dei preziosi fiori offerti dalla pianta.

LA TRADIZIONE A Chiaromonte si dice che le origini della pianta di Sambuco siano talmente antiche da perdersi nei ricordi dall'uomo, tanto che si può affermare, con ogni probabilità, che esistesse sin dall'età della pietra. Sono opera dell'uomo, però, le prime leggende legate alla sua natura che si pensava fosse magica. I Celti, ad esempio, narravano che al suo interno dimorasse una fata dai luoghi capelli dorati di nome Holda e che nei cespugli vicini abitassero gli elfi. Le sue proprietà benefiche divennero molto presto ben note agli uomini che contavano sulla pianta per curare ed alleviare numerosi disturbi dell'organismo. Proprio per questo i contadini, quando ci si avvicinavano, lo trattavano con riverenza, inchinandosi al suo cospetto numerose volte, sette per la precisione, tanti quanti erano i doni che essa offriva. La resina, infatti, attenuava i dolori causati dalle lussazioni, dalla radice si otteneva un decotto per curare la gotta, la corteccia regolarizzava l'attività intestinale e poteva essere usata anche per combattere cistiti ed orzaioli, ed ancora, le foglie venivano utilizzate per i disturbi della pelle, i frutti alleviavano bronchiti e malanni invernali, con i fiori si poteva preparare in un infuso depurativo ed, infine i germogli, in decotto, calmavano le nevralgie. Nelle aree di montagna il Sambuco era, pertanto, molto amato e si diceva che proteggesse i contadini ed il bestiame da malattie e serpenti velenosi, mentre nelle case benestanti il suo legno veniva conservato per tenere lontano i ladri. Si trattava di una pianta dalle mille risorse, dunque, e deve essere per questo che a Chiaromonte, in Basilicata, nel cuore del Parco del Pollino, dove la pianta cresce rigogliosa ed indisturbata, si cominciò ad utilizzarla anche in cucina sfruttandone le proprietà aromatiche. Oggi sono numerose le ricette proposte dalla gastronomia locale ma ce ne sono alcune che affondano le proprie radici in epoche assai lontane, come quella del liquore di Sambuco, ottenuto mediante infusione dei fiori seguendo un procedimento molto lungo tramandato di generazione in generazione e da sempre applicato con estrema cura in ogni singola fase. Non è un caso che il prodotto venga considerato un vero e proprio emblema della tradizione locale e che venga promosso e tutelato con dedizione e trasporto.

LA DENOMINAZIONE Non c'è dubbio che a Chiaromonte questo liquore si sia ritagliato, nel tempo, un ruolo molto rilevante nella cultura locale, tanto da essere sopravvissuto a secoli di storia ed essere arrivato ai giorni nostri intatto nella sua ricetta originaria. A dimostrazione della sua tipicità e del suo indissolubile legame con il territorio di produzione, è stato nominato Prodotto Agroalimentare Tradizionale. La pianta di Sambuco, chiamata anche “pianta del Flauto Magico” perchè utilizzata per intagliare il flauto di cui si narra nella celebre opera di Mozart, prende il nome dalla Sambuca, uno strumento a corde di forma triangolare suonato dagli antichi Greci e Romani.

LE CARATTERISTICHE Il Sambuco si presenta come un arbusto deciduo estremamente vigoroso caratterizzato da una corteccia di colore bruno, foglie ellittiche dentellate, infiorescenze ombrelliforme di colore bianco giallastro e frutti di colore blu violaceo. Per preparare il liquore, dalle notevoli proprietà digestive, si utilizzano i fiori essiccati e pochissimi altri ingredienti che donano un nettare aromatico, dal colore ambrato e dal gusto estremamente piacevole e dolce, tipico dei liquori di fine pasto.

LA PRODUZIONE Due degli ingredienti fondamentali per la preparazione di questo liquore sono, oltre naturalmente ai fiori di Sambuco, la cura ed il tempo. Il procedimento è, infatti, lungo e complesso ma il risultato è garantito. Le fasi principali della sua produzione consistono nella raccolta dei fiori, effettuata rigorosamente a mano con l'ausilio di canne, la loro essiccazione all'aria all'interno di cassette di legno per circa trenta giorni, la macerazione nell'alcol per circa novanta giorni, l'asportazione dei fiori ed il travaso del liquido in contenitori di acciaio, la maturazione dell'infuso per circa sessanta giorni ed, infine, l'imbottigliamento.

IL TERRITORIO Fondato con ogni probabilità intorno al VI a.C da profughi greci e poi più volte distrutto e ricostruito, Chiaromonte deve il proprio nome, derivante dal Latino “Mons Clarus” (Monte Luminoso), quasi certamente, alla sua posizione geografica. Sono numerosi i reperti archeologici disseminati sul territorio che lo circonda oltre alle numerose sepolture all'interno delle quali sono stati rinvenuti oggetti metallici di produzione greca ed etrusca e persino un tesoro appartenente ad una principessa. Risale, però, alla prima parte del Medioevo l'impianto del centro odierno. Di questa epoca sono giunte ai giorni nostri le vestigia dell'antica cinta muraria, con le sue torri e l'unica porta superstite nei pressi dell'Ospedale, quelle del castello feudale e dell'Abbazia cistercense di Santa maria del Sagittario, risalente al XII secolo, ma soppressa agli inizi del XIX secolo. Da nono perdere, dello stesso periodo, la bella chiesa di S. Giovanni che custodisce splendide e preziose sculture lignee. Numerosi i palazzi gentilizi che adornano il centro, tra i quali si distinguono Palazzo Dolcetti, Palazzo Lauria, Palazzo Donadio e Palazzo di Giura con il suo parco ed il sontuoso portale di marmo di Latronico. Per chi desidera godere dei meravigliosi scenari che fanno da cornice all'abitato, l'appuntamento è presso i numerosi punti panoramici, tra cui Catarozzo, Tempa Angari, Loc. Torre Spiga, e i numerosi siti naturalistici, tra i quali si distinguono il Bosco Magnano, le Sorgenti del Tuvolo e la Grotta dell'Acqua. Non bisogna, infatti, dimenticare che Chiaromonte è immerso nel cuore del Parco Nazionale del Pollino.

LA CULTURA Il profumo ed il sapore del Sambuco sono, ormai, entrati a far parte della cultura e delle tradizione di Chiaromonte. Tanto che, ogni anno, nel paese si festeggia la Giornata del Sambuco, durante la quale si può assistere e prendere parte a convegni, gare culinarie, e degustazioni di ricette preparate con il Sambuco e di prodotti del Parco del Pollino. Il tutto accompagnato dalla musica e dalle atmosfere gioiose tipiche dei giorni di festa.

IN CUCINA Nella zona di Chiaromonte il Sambuco è ormai diventato un ingrediente importante della tradizione gastronomica locale. Utilizzato per preparare ottime marmellate e sciroppi, si è diffusa da tempo la voglia di sperimentare il prodotto per la realizzazione di pietanze più “audaci” ed originali, che spaziano dalle focacce, alle mousse, sino ad aceti aromatici e, persino frittelle. La scelta è davvero vasta ma per chi desidera gustare i sapori più autentici della tradizione locale, un bicchierino di liquore al Sambuco assieme al dessert per chiudere il pasto è un'esperienza che racchiude secoli di storia e di cultura della località lucana.








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