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Proditti italiani IGP Limone Interdonato di Messina

Il sapore dalla "Porta della Sicilia"

Messina offre paesaggi per tutti i gusti:  dalle valli dove nasce il dolcissimo Limone Interdonato IGP ai monti Peloritani fino al mare.

città siciliana<br>
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Messina
Il Limone Interdonato di Messina è una delle più importanti IGP della regione Sicilia. Tutta la costiera ionica messinese, e in particolare le valli della fiumara del Nisi, sono ricoperti da limoneti coltivati sui terrazzamenti in pietra a secco, visibili tuttora da chi percorre la strada costiera da Messina a Catania.

LA TRADIZIONE Il limone è presente in Sicilia fin dal periodo bizantino-arabo. Dapprima impiegato come pianta ornamentale e per il consumo locale, a partire dalla seconda metà del XVI secolo si pone al centro del comparto socio-economico, con lo sviluppo di una vera e propria attività di limonicoltura finalizzata alla commercializzazione anche al di fuori dei confini nazionali. Nel XIX secolo tutto il territorio della fascia ionica della provincia di Messina era conosciuto come la "terra dai giardini sempre verdi" e ogni aspetto della vita quotidiana, tanto sociale quanto commerciale ed economica, gravitava intorno a questa particolare varietà, conosciuta allora anche come "limone speciale" o "fino". L’innesto tra un cedro e un limone sarebbe stato attuato verosimilmente negli anni compresi tra il 1875 e il 1880 dal colonnello Giovanni Interdonato nel suo agrumeto in contrada Reitana di Alì Terme, centro lungo la fascia costiera ionica della provincia di Messina.

LA DENOMINAZIONE E’ riservata alla cultivar «Interdonato», ibrido naturale tra un clone di cedro e un clone di limone. Per la sua tutela e valorizzazione nel 2002 a Nizza di Sicilia (provincia di Messina) è stato costituito il Consorzio di tutela del Limone Interdonato di Sicilia.

LE CARATTERISTICHE E’ un limone di dimensioni medio-grandi, molto simile al cedro, di sapore delicato e poco acidulo, con una buccia dolce a grana finissima, insolita nei limoni siciliani. L’Interdonato è una varietà precoce, già pronto dalla fine di settembre. Per un mese circa è l’unico limone sul mercato.

LA PRODUZIONE La zona di produzione tradizionale comprende i comuni di Messina, Scaletta Zanclea, Itala, Alì, Alì Terme, Nizza di Sicilia, Roccalumera, Fiumedinisi, Pagliara, Mandanici, Furci Siculo, S. Teresa di Riva, Letojanni, S. Alessio Siculo, Forza D’Agrò, Taormina, Casalvecchio Siculo, Giardini Naxos e Savoca.

LA CULTURA La raccolta avviene dal 1° settembre al 15 aprile con l’utilizzo di forbici, al fine di evitare il distacco della porzione calicina. La resa in prodotto fresco è compresa tra 80 e 130 chili per pianta. Il Limone Interdonato ha colonizzato e caratterizzato in modo naturale l’areale ionico-messinese, che si contraddistingue per particolari e peculiari elementi pedologici, orografici, climatici ed ambientali. Grazie a tali caratteristiche l’Interdonato presenta un frutto invernale con un ritmo di accrescimento molto elevato ed un periodo di maturazione molto precoce, che consente la sua immissione al consumo già da settembre, sfruttando i vantaggi economici derivanti dall’assenza di offerta di prodotti sostituibili. La coltivazione di questo agrume ha rivestito e riveste tuttora una grande importanza sociale ed economica per tutto il territorio.

IN CUCINA Grazie alla particolare dolcezza della polpa, trova un ampio e apprezzato impiego nelle più svariate ricette, oltre che nella preparazione di bevande di vario tipo. Il "limone zuccarato" è un piatto preparato con la polpa dei limoni tagliata a fette: ciascuna fetta è cosparsa di zucchero, anche esternamente e, una volta ricomposte a forma di limone, vengono lasciate macerare in frigorifero per un'intera notte. Ottimo anche come insalata, a fette sottili con olio aceto e sale, da solo o con fettine di altri agrumi.

IL TERRITORIO Anticamente Zancle, detta anche “Porta della Sicilia”, Messina è una delle province siciliane più affascinanti e si estende nella parte più orientale dell’isola. Una bellezza che si affaccia sul mare, ma offre anche parchi, riserve e montagne per uno stretto contatto con la natura. Stretta tra le coste ionica e tirrenica e i monti Peloritani, si affaccia con il suo grande porto naturale (militare e commerciale), chiuso dalla penisoletta a forma di falce di San Raineri, di fronte a Villa San Giovanni e poco più a Nord rispetto a Reggio Calabria. In queste acque è localizzato il mito di Scilla e Cariddi, i cui gorghi sono paragonati alla pena delle anime dell'inferno che girano in tondo e si urtano in eterno ("qui la gente riddi"). Nel corso dei secoli vari eventi distruttivi, sia ad opera umana che naturali, hanno devastato la città, che oggi presenta un aspetto moderno, frutto soprattutto delle ultime ricostruzioni dopo il terremoto del 1908 ed i bombardamenti dal 1940 al 1943. Molte delle opere d'arte e degli edifici realizzati nei secoli sono andati perduti, ma la città conserva ancora esempi monumentali di assoluta rilevanza. La Basilica Cattedrale Protometropolitana dedicata a Santa Maria Assunta, bizantina, venne ricostruita alla fine del XII secolo. Caratteristico il campanile, alto 60 metri, nel quale sono rappresentate figure che simboleggiano i momenti e i personaggi della Guerra del Vespro del 1282. Nel campanile si trova l’Orologio astronomico, il più grande ed il più complesso orologio meccanico del mondo, risalente al 1933. Tutti i giorni, a mezzogiorno, al suono dell’Ave Maria di Schubert, le varie statue si muovono in modo spettacolare. All’interno della chiesa, da vedere l’organo, uno dei più grandi d’Europa, risalente al 1948. La Fontana di Orione, situata in Piazza Duomo, fu costruita nel 1553 da un discepolo di Michelangelo, Giovanni Angelo Montorsoli, su commissione del Senato di Messina. La fontana prende il nome dal soggetto che essa rappresenta, il trionfo di Orione, mitico fondatore della Città , con ai suoi piedi il cane Sirio. La Fontana, dalla struttura armoniosa, ricca di eleganti intagli, è una delle più belle del 500. Le Quattro Fontane situate ai quattro angoli tra via I Settembre 1847 e via Cardines, sono tutte sormontate dagli stemmi imperiali spagnoli e di Messina, presentano decorazioni ispirate al mare. La Chiesa di San Giovanni di Malta, fondata nel secolo VI da San Placido, martire messinese, venne distrutta dai saraceni nel 541, e restaurata nel scolo X. La costruzione attuale presenta uno stile derivante dall’ultima maniera di Michelangelo. All’interno, da vedere il monumento sepolcrale di Francesco Maurolico; la chiesa ospita anche un Museo con un’esposizione di oggetti d’arte. Castel Gonzaga, situato sulla collina di Montepiselli, prende il nome dall’allora vicerè di Sicilia D. Ferrante Gonzaga. Presenta una pianta a stella irregolare ed è circondata da fossati. Il Sacrario di Cristo Re sorge in Viale Principe Umberto. Consacrata nel 1937 , la costruzione presenta una forma ottagonale e un’alta cupola, alla base della quale si trovano otto statue di bronzo raffiguranti le Virtù teologali.
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