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Prodotti Igp Veneto ricetta con Marrone di Monfenera

Il marrone "brillante" del Veneto

Il Monfenera è il monte su cui è sorta e si è sviluppata la castanicoltura della pedimontana, cuore della zona dei marroni della Pederobba Igp

castagna, frutto dell'albero castagno
iStock
Marroni
In Monfenera la fascia dei castagneti si estendende da un’altitudine che va da ca. 200 m. a ca. 600 m. La zona può essere divisa in due: una bassa denominata “rive” che va da un’altitudine di 250 a 400 m, e una più alta denominata “bosco grande” che arriva fino ai 550 m. La coltivazione del castagno è localizzata nella fascia sud. I “Marroni del Monfenera” indicazione geografica protetta (IGP) devono essere coltivati, prodotti e confezionati nel territorio dei comuni della Provincia di Treviso.
 
LA TRADIZIONE Il castagno trova un habitat ideale nella Pedemontana del Grappa e del Montello grazie alle caratteristiche pedo-climatiche della zona. La coltivazione del castagno è sempre stata un’attività di rilevante importanza sotto l’aspetto energetico, alimentare e per la costruzione di manufatti utili all’attività agricola (pali, botti, travature, ecc.). La coltivazione dei marroni del Monfenera risale al periodo medievale, documentata da un atto del 1351 che ne regolava la raccolta tra i capifamiglia. Gran parte del prodotto veniva trasportato al mercato di Treviso e, lungo il Sile, a Venezia. Nel corso dei secoli si sono verificati dei periodi di abbandono dei castagneti alternati a fasi di assiduo utilizzo del bosco come risorsa per il rifornimento di legna da ardere, per la produzione di frutti per l’alimentazione umana e animale e per ricavare legno per usi industriali. Una maggior attenzione alla castanicoltura si ha nella prima metà dell’800 sotto l’Impero Asburgico, quando vengono messi in evidenza, attraverso gli Atti del catasto, la qualità e la classe delle castagne, a seconda dell’ubicazione dei castagneti.
 
LA DENOMINAZIONE Ha ricevuto la denominazione di Igp nel 2006.
 
 
LE CARATTERISTICHE Il marrone è un frutto di forma ovoidale a buccia striata di colore variabile dal marrone chiaro al bruno scuro. Sulla base del frutto c’e’ un’area chiara detta “ilo”. All’apice la castagna si restringe e i residui del perianzio e degli stili formano la cosiddetta “torcia”. Il frutto si trova protetto da un riccio ricoperto di aculei all’interno del quale si possono trovare 2 o 3 marroni.
 
LA PRODUZIONE Questa particolare pianta da frutto non richiede nessun trattamento chimico o antiparassitario, per cui il “marrone” resta ancora oggi uno dei pochi frutti assolutamente genuini. Raccolto ancora oggi secondo i vecchi metodi tradizionali, bacchiato con lunghe pertiche di canna, messo a mucchi (rissare) a macerare per venti giorni nel riccio, viene successivamente scelto e confezionato opportunamente. La pulizia del prodotto avviene tramite spazzolatrice e successivamente si provvede al confezionamento in sacchetti retinati della capienza di 5 kg, dopo la selezione e l’eliminazione dei frutti di piccole dimensioni tramite il processo di calibratura. I marroni possono essere conservati in luoghi freschi ed asciutti o in normali celle frigorifere.
 
LA CULTURA Dal 1980 circa la coltura del castagno risulta in ripresa su tutto il territorio della Pedemontana del Grappa e del Montello, grazie soprattutto alla realizzazione di numerose manifestazioni, tra le quali va ricordata la Mostra Mercato dei Marroni del Monfenera inaugurata nel 1970. Queste manifestazioni hanno l’obiettivo di promuovere la coltura del castagno, per il miglioramento dell’ambiente e dei boschi, e di valorizzare i frutti e i numerosi prodotti derivati.
 
IN CUCINA Il sapore molto dolce della polpa, la struttura omogenea e compatta del frutto e la sua consistenza pastoso farinosa rendono unici i “Marroni del Monfenera”. Le loro proprietà, strettamente legate alle caratteristiche pedoclimatiche della zona di coltivazione, derivano dalla composizione chimica media dei Marroni, in cui si evidenzia una maggiore quantità di carboidrati, di lipidi e di potassio, e una minore presenza di sodio. Sono generalmente consumati arrostiti ma sono ottimi anche lessati e trovano largo impiego in pasticceria. Inoltre è da segnalare la particolare ricetta dei “Mondoi”, cioè i marroni in brodo che un tempo sostituivano la tradizionale minestra.
 
 
LA RICETTA Tofu ai marroni. Ingredienti per 2 persone: 180 gr di Tofu al naturale; 150 gr di MArroni cotti; 4 foglie di Alloro; Olio Extra Vergine di Oliva; 2 cucchiai di Salsa di Soia; Shoyu; ½ Cipolla Rossa; ½ bicchiere di Vino Rosso; 6 foglie di Salvia; Timo; Prezzemolo. Preparare la marinata: tagliare il tofu a dadini spessi circa 2 centimetri, irrorarlo con la salsa di soia e l’olio e unire anche l’alloro. Nel frattempo far dorare i marroni già bolliti in una pentola larga con due cucchiai d’olio, un pizzico di sale e due rimanenti foglie di alloro. Una volta raggiunta la doratura, mettere da parte i marroni e preparare il fondo di cottura nella stessa pentola: sminuzzare la cipolla e il prezzemolo, correggere di sale e far dorare il tutto senza aggiungere ulteriore olio. Aggiungere a questo punto due cucchiai di polpa di pomodoro e versare il tofu con il suo liquido di marinatura. Continuare al cottura a fuoco medio per circa cinque minuti. Versare mezzo bicchiere di vino rosso e alzare leggermente la fiamma. Unire i marroni, tenendone da parte due, e le loro foglie di alloro. Continuare la cottura per altri venti minuti circa, avendo l’accortezza di girare spesso il tofu in modo da farlo dorare da ambo i lati. In ultimo aggiungere un pizzico di peperoncino e un velo di noce moscata.
 
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IL TERRITORIO Capoluogo dell'omonima provincia veneta, Treviso sorge in una delle zone più ricche di risorse idriche del paese, è, infatti, attraversata dal fiume Botteniga che riceve le acque di Pecorile e Piavesella e situata non molto distante dal corso del fiume Piave; ciò rende il suo territorio molto fertile e propenso alle migliori coltivazioni.VISITA TREVISO: VAI ALLA GUIDA

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