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Cozza di Scardovari, il primo mollusco italiano Dop

Nell'area del Delta del Po viene allevato il "Mytilus galloprovincialis", prodotto d'eccellenza della provincia di Rovigo. Da provare fritto

Molluschi di mare<br>
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Cozze
La qualità della Cozza di Scardovari è strettamente collegata alla particolarità della zona d’origine, l’interno della Sacca degli Scardovari, vasto specchio d’acqua compreso tra le foci del Po di Gnocca e del Po delle Tolle. È il primo mollusco italiano ad aver ottenuto, nel 2013, il riconoscimento europeo della Denominazione d'origine protetta e il quinto prodotto ad appartenere alla categoria “Pesci, molluschi, crostacei freschi” a livello nazionale.

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LA TRADIZIONE L’ambiente lagunare di transizione dove la mitilicoltura viene praticata dalla fine degli anni ’60, raggiungendo oggi elevati livelli di produttività, grazie alla concomitanza di fattori ambientali che rendono quest’area particolarmente idonea a questa attività. In mare aperto, al largo delle zone di Rosolina e Scardovari, viene allevata su un’estensione complessiva di 1600 ettari, in impianti galleggianti (off-shore) con sistemi di allevamento in sospensione (long-line).

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LA DENOMINAZIONE Ha ottenuto nel 2003 il marchio Dop. L’intero processo di produzione è gestito dal Consorzio Cooperative Pescatori del Polesine, una delle maggiori realtà italiane ed europee nell’allevamento e commercializzazione dei mitili.

LE CARATTERISTICHE La Cozza di Scardovari corrisponde alla specie alloctona Mytilus galloprovincialis, mollusco bivalve dalla forma allungata con conchiglia di colore nero-violaceo; le valve sono bombate, di forma quasi triangolare e presentano sottili striature concentriche. L’animale racchiuso tra le due valve di colore giallo intenso nella femmina, biancastro nel maschio; l’odore e il gusto sono delicati, tendenti al salmastro. ?

LA PRODUZIONE Anche per la Cozza di Scardovari, come per la Vongola Verace, il processo produttivo e il sistema di gestione, l’ambiente naturale tipico del Delta del Po nell’area polesana, la corretta e attenta gestione dei vivai, le specifiche tecniche di raccolta e depurazione, determinano le eccezionali caratteristiche organolettiche e nutrizionali del prodotto, che risulta meno stressato, integro e conserva maggiore freschezza. Infatti, l’attività viene gestita nell’ottica della sostenibilità, con l’obiettivo di conservare le pratiche tradizionali e di rispettare e salvaguardare l’ambiente naturale, risorsa preziosissima per lo sviluppo economico dell’intero territorio polesano. Ne viene consigliato il consumo nel periodo che va da aprile a settembre.

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LA CULTURA La raccolta delle Cozze di Scardovari avviene dal momento in cui il prodotto raggiunge la taglia minima commercializzabile di 5 cm; sono abbastanza frequenti esemplari di lunghezza superiore a 10 cm. Si tratta di un alimento ad alto valore nutritivo, ricco di proteine e di acidi grassi polinsaturi, importanti nella prevenzione delle malattie cardiovascolari. Garantisce inoltre un buon apporto di sali minerali, in particolare sodio, potassio e fosforo e di vitamine. La peculiarità dell’ambiente delle lagune del Delta del Po conferisce alla cozza di Scardovari una qualità decisamente superiore, e un sapore molto delicato.

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IN CUCINA La peculiarità dell’ambiente delle lagune del Delta del Po conferisce alla cozza di Scardovari una qualità decisamente superiore e un sapore molto delicato. In cucina viene apprezzata soprattutto alla marinara o come ingrediente nelle zuppe di pesce, ma spesso viene preparata anche gratinata al forno o, meno frequentemente, consumata cruda.

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RICETTA: Cozze fritte. Ingredienti per 4 persone: 1 kg di cozze - ½ bicchiere di vino bianco - olio extra vergine - prezzemolo tritato - aglio a piacere - 100 g di farina - 100 g di pane grattugiato - 1 uovo - pepe e sale. Pulire le cozze togliendo la barba e lavarle diverse volte. Metterle sul fuoco aggiungendo il vino, l’olio di oliva extravergine, un po’ di prezzemolo tritato, aglio e pepe a piacere. Una volta che le valve si saranno totalmente aperte, le cozze saranno pronte. Sgusciarle, passarle nella farina, nell’uovo e infine nel pane grattugiato, immergerle nell’olio bollente e cuocerle fino a quando non saranno dorate. Servirle con una fetta di limone. (consvipo.it)

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IL TERRITORIO Per Delta del Po si intende il sistema idraulico di diramazioni fluviali attraverso cui il fiume Po sfocia nel Mare Adriatico. La sua formazione attuale deriva dalla grande opera idraulica attuata dalla Repubblica di Venezia nel 1604. Questa è conosciuta come Taglio di Porto Viro. Esso è costituito quindi, in primis, dall'insieme di detti rami fluviali e, per estensione, dal territorio tra essi compreso. Secondo questa definizione il delta del Po ricade interamente nella Provincia di Rovigo o Polesine e ne occupa quasi interamente la porzione orientale (a partire dall'incile del Po di Goro sino al mare).

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Esso si definisce anche come "delta attivo" e comprende la più vasta area del delta storico, vale a dire quella compresa tra gli antichi rami deltizi del fiume Po: esistendo un tempo importanti diramazioni meridionali del corso d'acqua, tra cui il Po di Volano e il Po di Ferrara o Po di Primaro, includerebbe la parte della Provincia di Ferrara a forma di cuspide compresa tra i vertici di Stellata, Sacca di Goro e Valli di Comacchio. L'assetto idraulico contemporaneo del delta del Po avvalora la definizione più restrittiva sopra enunciata, anche se la parte litoranea della Provincia di Ferrara, in particolare quella compresa tra la bocca del Po di Goro e il Lido di Volano e quella comprendente le Valli di Comacchio, conserva un aspetto paesaggistico di carattere tipicamente delitizio - paludoso. Il delta del Po è stato inserito, dal 1999, nella lista dei siti italiani Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO come estensione del riconoscimento conferito alla città di Ferrara nel 1995. DA VEDERE IN VENETO: VAI ALLA GUIDA

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