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Irpinia: pane, amore e fantasia

L’altro volto della Campania, quello più rurale, si vive tra vitigni e borghi dimenticati che trasudano di storia, romanticismo e antiche leggende 

Rocca San Felice
Courtesy of©Livia Fabietti
Rocca San Felice
L’autunno è la stagione dei grandi amori: a far scattare nuovi colpi di fulmine non sono solo le frecce di cupido ma anche destinazioni che, con quel fare autentico, invitano a mettersi in marcia alla scoperta di luoghi dove una fuga ha un sapore d’altri tempi. Quando si pensa al mix cultura, natura intatta e buon cibo una delle realtà più promettenti dello stivale è la Campania: ad aprire le porte è una terra di mezzo, l'Irpinia, polmone verde d'Italia in provincia di Avellino, dove ogni visitatore viene letteralmente rapito da quella totalizzante quiete che spinge a conoscere le potenzialità di un territorio rurale che non ha ancora fatto il suo debutto da protagonista sul mercato turistico.
 
A dargli il lustro che merita è un progetto di larghe vedute, Irpinia Madre Contemporanea (www.irpiniamadrecontemporanea.it) che mette insieme cinema, musica, arte e gastronomia cosi tutti potranno arricchire il proprio bagaglio di conoscenze familiarizzando con le bellissime gemme che vanno a comporre un territorio fiabesco. 8 è il numero perfetto in quanto sono proprio 8 i comuni (capofila Gesualdo) che apriranno il cuore di chi sceglie questo angolo di Campania, attraverso un ricco cartellone di eventi che, fino al prossimo 27 gennaio 2016, contribuirà a far scoprire un territorio capace di offrire infinite sorprese a chi è in cerca di autenticità.  
 
Oltre a vederle e sentirle raccontare queste perle campane sono ideali da vivere in coppia per avvertire il calore di quella gente, il profumo della terra e calpestare la storia facendo rotta in quei pittoreschi paesi che, sebbene stravolti dal disastroso terremoto del 23 novembre 1980, non si sono lasciati destabilizzare dalle cicatrici e si sono rialzati, tornando a risplendere di luce propria. 

 
Il fascino della semplicità attende a Nusco, uno dei Borghi più belli d'Italia noto ai più come il “Balcone dell’Irpinia” data la sua scenografica posizione che, dal belvedere di Porta Molino e da via Coste, regala scorci mozzafiato con vedute che vanno dal massiccio del Vulture alla cima del Montagnone di Nusco, al Terminio, al Partenio, al Taburno, al Matese e verso i Daunitra. I suoi vicoli acciottolati permettono di passeggiare in una dimensione a colori, quelli delle deliziose casette e dalle dimore più illustri con portali in pietra, stemmi nobiliari e balconi in ferro battuto. E sulla scia del romanticismo si arriva a Gesualdo, un tempo animato dalla fastosa Corte canora, artistica e letteraria del celebre madrigalista Carlo che, per troppo amore misto a gelosia, fece però uccidere la sua consorte, Maria d’Avalos (nell’anno 1590). Un libro aperto tra le cui pagine il tempo sembra essersi fermato al Medioevo: basta passeggiare per le vie e i vicoli del suo centro storico, perfettamente ristrutturato, per scoprire la vera anima di questo luogo ricco di fontane storiche, antichi portali, palazzi signorili e piccole case che accompagnano al suo belvedere in Via Biffa e al castello che si erge sulla rocca, dimora del Principe dei Musici Carlo Gesualdo, dove si apre una finestra sulla valle del Fredane. E dinnanzi a questo spettacolo naturale si resta rapiti, stretti magari in un abbraccio.


 
Regala altri incantevoli scorci panoramici anche il borgo medievale di Bisaccia con il castello dimora di Federico II e di Torquato Tasso: insomma, un po' ovunque si può godere di meravigliosi giorni autunnali, tra natura e bellezze architettoniche. E c'è spazio anche per il dio Bacco per brindare a un sentimento che possa durare a lungo: succede a Taurasi, uno dei più conosciuti comuni dell’Irpinia, in quanto rappresenta un centro vitivinicolo di primaria importanza tanto da avere prestato il proprio nome all’omonimo vino DOCG. In località Contrada Sala sorge l'Azienda Agricola Antonio Caggiano dove fare visita alle sue cantine, allestite tra pareti di grandi massi di pietra, archi e soffitti a volta, un vero e proprio museo della cultura vitivinicola da visitare prima di inebriarsi nell’adiacente agriturismo Salae Domini là dove mettersi comodi nelle suggestive terrazze che si affacciano sui vitigni per sperimentare piatti che raccontano un’antica sapienza culinaria.



Il tutto innaffiato da eccellenze come il Fiano di Avellino Docg ” Béchar” 2013 premiato anche con i tre bicchieri della guida Vini d’Italia 2015 del Gambero Rosso o il Taurasi Vigna Macchia dei Goti Docg 2010 premiato da Bibienda come miglior vino rosso d’Italia. Vale la pena lasciarsi poi sedurre dalla cucina di un grande chef, Antonio Pisaniello, il re dei fornelli de “La Locanda di Bu” che, facendo tesoro delle materie prime della terra, porta in tavola il giusto equilibrio tra tradizione e creatività. Dove? Nel Campus enogastronomico di Nusco, un centro di alta formazione, ricerca e sperimentazione per la valorizzazione delle eccellenze enogastronomiche: qui tutti possono prendere parte a corsi amatoriali, come quello di cucina agricola, o professionali. Mettersi ai fornelli in due, sperimentare nuove ricette, può diventare qualcosa di altamente seduttivo. Perché non provare?
 
Infine, per continuare a sognare si può partecipare ad uno dei “viaggi narrati” che (fino a dicembre) suscita emozioni e permette di girare sulle ali della magia deliziati da accompagnatori pronti a raccontare miti, leggende e storie. Tra questi "C'era una volta il borgo" che conduce nelle botteghe di una volta, per trasferire  “l’arte (e l'amore) di vivere” di un tempo.
 
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