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Costa Verde: paradiso selvaggio da vivere in coppia

Atmosfere intime ed appartate in una delle zone più affascinanti della Sardegna

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©Emiliano Pane/iStock
Costa Verde
L'estate si avvicina, e con il suo approssimarsi si fa più intensa la voglia di mare. Ma per chi oltre al desiderio di stendersi su una spiaggia paradisiaca di fronte ad acque cristalline sentisse anche quello di godere di una vacanza all'insegna della tranquillità e della privacy assieme alla propria dolce metà, c'è un luogo in Sardegna dove, a differenza di altre zone dell'isola invase dai turisti, è possibile concedersi tutto questo e molto di più. Solo mare, sole spiagge selvagge e arbusti verdeggianti di lentischio, corbezzolo, ginestra e ginepro che scendono tra le dune fin quasi a tuffarsi nell'acqua. Soltanto paesaggi incontaminati e silenzio interrotto dal suono delle onde e del vento. Soltanto scogliere scure ed imponenti su cui si aprono piccole cale rocciose che si insinuano a tratti tra le dune. Soltanto scenari surreali punteggiati da "miniere fantasma" e vecchi vagoni solitari adagiati sulla sabbia. "Soltanto" questo ad accogliere i visitatori che scegliereanno la Costa Verde per una vacanza dalle intense emozioni. Niente resort esclusivi, niente spiagge affollate. Natura e silenzio. Da contemplare mano nella mano in un'atmosfera di profonda intimità.

Questa zona della Sardegna, nota anche come Marina di Arbus, si estende per 47 chilometri lungo la costa sud-occidentale dell'isola, nella provincia del Medio Campidano. Una meta completamente differente da quelle dei classici circuiti del turismo di massa. Non si raggiunge la Costa Verde per la movida e i servizi esclusivi. La si visita per apprezzarne la bellezza selvaggia, la privacy ed il silenzio che offre. Qui la natura è unica e rigogliosa, tanto da dare alla regione il nome che porta. La macchia mediterranea si insinua tra le dune interrotta soltanto dalle scogliere maestose a picco sul mare. Qua e là spuntano gli edifici abbandonati delle vecchie miniere e qualche carrello arruginito, come a ricordare che in un passato non troppo lontano, per la verità, da quest'area dell'isola, ed in particolare dai centri di Ingurtosu, Montevecchio e Buggerru, proveniva circa il 10% della produzione mondiale di zinco e piombo.

Oggi, ciò che resta dei vecchi villaggi, delle gallerie e dei palazzi minerari, dei carrelli arruginiti appoggiati sulle dune, viene considerato un vero e proprio monumento di arecheologia mineraria, e crea un'atmosfera particolare che somiglia quasi a quella dei villaggi fantasma del Far West. Tutto il resto è natura. Una natura sorprendente che, dopo la chiusura delle miniere, si è ripresa a forza ciò che l'uomo le aveva tolto. Una natura che ha inglobato le vestigia dei vecchi centri di produzione sviluppando attorno ad essi preziosi ecosistemi non a caso protetti dal Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna, incluso dall'UNESCO nella rete dei Geositi/Geoparchi, e considerati tra i più affascinanti di tutto il bacino del Mediterraneo. Al mattino quando ci si sveglia in una delle piccole strutture ricettive tra B&B, appartamenti, agriturismi e pensioni a conduzione familiare, si scopre la bellezza di questi scenari popolati da creature meravigliose. E i più fortunati potranno persino imbattersi nei bellissimi cervi sardi che, dopo aver rischiato l'estinzione, stanno riconquistando le loro montagne e i loro ambienti naturali.

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