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Biennale 2012 Venezia carlo scarpa e venini mostra

Venezia e l'alchimista del vetro

Fino al 29 novembre l'Isola di San Giorgio Maggiore diventa la cittadella del vetro d'autore grazie alla mostra dedicata a Carlo Scarpa, l'architetto che ha trasferito il design nell'artigianato muranese.

Carlo Scarpa ritratto in fornace
©Ettore Bellini
La 13ma Mostra Internazionale dell’Architettura ha inaugurato lo scorso 29 agosto a Venezia lasciando intravedere alcune stelle più brillanti nel firmamento delle iniziative artistiche gravitanti attorno al “Common Ground” di David Chipperfield. L’avevamo accennato, e oggi riconfermiamo il valore di un’iniziativa museale che al suo interno ne racchiude molte altre, come una sorta di matriosca. Ci riferiamo alla mostra “Carlo Scarpa. Venini 1932-1947”, aperta al pubblico fino al 29 novembre sull’Isola di San Giorgio Maggiore. A un veneziano doc, dunque, l’onore di inaugurare la prima di una serie di mostre monografiche programmate per i prossimi dieci anni all’interno di uno spazio espositivo rimesso a nuovo per l’occasione da un team di architetti e designer di tutto rispetto. Ed è questo il primo incastro della nostra matriosca: la “scatola” che ospita l’evento – il primo di una lunga serie –  si offre allo sguardo del visitatore come ingresso privilegiato all’opera di Scarpa. 700 metri quadrati allestiti al piano terra di un magazzino del XIX secolo, convertito a collegio durante gli anni ’50 del Novecento, sono diventati nella mani di un team di architetti e designer, gallerie indipendenti atte ad ospitare esposizioni temporanee. Il tratto distintivo è lo stile rigorosamente in linea con la tradizione veneziana dell’artigianato: dalle teche in acciaio e noce all’illuminazione in vetro soffiato e made in Italy.

Si entra così nel vivo della purezza estetica di una fornace muranese che ha fatto scuola, la Vetreria Venini, e della maestria di un architetto che ne divenne direttore artistico in un arco di tempo sufficiente a imprimere sulla produzione della vetreria un marchio indistinguibile. Proprio quell’arco di tempo (dal 1932 al 1947) è il filo conduttore cronologico della mostra che si articola attorno ad una selezione di oltre 300 opere alcune delle quali esposte per la prima volta e provenienti da collezioni private e musei di tutto il mondo. Il modello creativo di Carlo Scarpa esplode in tutta la sua dirompente originalità frutto della commistione tra le due anime dell’artista, quella di designer e quella di architetto. All’interno del percorso museale le opere sono suddivise in una trentina di tipologie che si differenziano per tecnica di esecuzione e per tessuto vitreo: dai vetri sommersi alle murrine romane, dai corrosi ai vetri a pennellate.

La sperimentazione delle nuove materie ha sempre alimentato la curiosità di Scarpa il quale, durante gli anni d’apprendimento alla vetreria Venini, non fa fatica a stringere un rapporto privilegiato con il maestro Alberto Toso Fei. Rimanere spesso in fabbrica anche dopo l’orario di chiusura, pescare sul fondo dei crogioli, quando tutti i minerali si sono sedimentati, osservare con curiosità quasi morbosa il lavoro svolto dagli esperti vetrai, rientrano nelle attitudini della mente vivida di Scarpa con il suo chiodo fisso: poter rendere malleabile qualsiasi tipo di materia, vetro incluso.

Lui stesso si fa maestro – racconta il curatore della mostra Marino Barovieravvia lunghe conversazioni con gli artigiani, stimola la sperimentazione, apre la strada verso proposte inattese”. Ed è proprio l’inedita sensazione di quanto sia plasmabile il vetro quella che rimane impressa osservando i lavori esposti alla mostra, talmente perfetti da sembrare persino finti se non fosse che uno spirito ineccepibile trapela dai loro dettagli: quello dell’artista-alchimista Carlo Scarpa.

Tra i primi esempi del suo lavoro alla Venini, ci sono i vetri a bollicine, una tipologia che deve il nome alle piccole e numerose bolle d’aria incluse nel tessuto vitreo. Si possono ammirare anche i vetri sommersi, presentati alla XIX Biennale di Venezia nel 1934, caratterizzati da un grosso spessore ottenuto dalla sovrapposizione di più strati di vetro trasparente e colorato, ma anche la mezza filigrana e tutta la serie di murrine con le varianti del caso (opache, trasparenti, romane). Gran parte di questi oggetti sono stati esposti durante le varie edizioni della Biennale (sia a Venezia che a Milano). A rendere ancora più fruibile l’esperienza creativa del periodo muranese di Scarpa, sono disponibili al visitatore durante il percorso museale due film documentari proiettati in un’apposita sala. Uno s’intitola "A Carlo Scarpa e ai suoi infiniti possibili" (1984), l’altro "Carlo Scarpa fuori dal paradiso" (2012), quest’ultimo con testimonianze riportate anche dal figlio Tobia.

GUARDA LE FOTO DI ALCUNE OPERE IN MOSTRA SU STILE.IT

Informazioni utili
Per arrivare all’Isola di San giorgio Magggiore è possibile prendere la linea Actv n.2 con fermata San Giorgio in partenza da: San Zaccaria (durata circa 3 minuti), Ferrovia (durata circa 45 minuti), Piazzale Roma (durata circa 40 minuti), Tronchetto (durata circa 35 minuti). E’ inoltre possibile prendere il Vaporetto dell’Arte che effettua un tour del Canal Grande a Venezia con fermata San Giorgio.
L’ingresso alla mostra è libero
Orari: 10-19, chiuso il mercoledì
Dove: Nuovo spazio espositivo Le Stanze del Vetro, Fondazione Giorgio Cini
Web: www.lestanzedelvetro.it, www.cini.it
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