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Un’abbazia-fortezza nel profondo blu

Santa Maria a Mare: da santuario a fortificazione, un edificio maestoso arroccato sull’isola di San Nicola, Tremiti

Isola San Nicola Tremiti<br>
Foto di Ilaria Magliocchetti Lombi
L'abbazia di Santa Maria a Mare
Piccole perle incastonate in un mare blu come uno zaffiro, le Isole Tremiti sono famose soprattutto per le meraviglie paesaggistiche che offrono ai visitatori. Meno nota è invece la loro importanza storica, testimoniata prevalentemente dall’isola di San Nicola, piccolissima di dimensioni ma custode del grande patrimonio storico, architettonico, culturale dell’arcipelago. In solo 1 chilometro e 600 metri di lunghezza, per 450 metri di larghezza, sono presenti insediamenti che risalgono addirittura al Neolitico, all’Età del Ferro, vi sono necropoli elleniche tra cui la famosa Tomba di Diomede (le isole si chiamano infatti anche Diomedee), domus romane e niente meno che una maestosa fortezza che racchiude nella sua cinta muraria un’abbazia. E’ proprio questo complesso abbaziale a dominare il panorama e a catturare lo sguardo mentre si arriva dal mare: monumentale, maestoso, fuso con la roccia chiara di cui è composta l’isola, imponente ed elegante, si tratta di un edificio (o per meglio dire una serie di edifici) la cui cronologia storica affonda le radici nella leggenda.


Foto di Ilaria Magliocchetti Lombi

Regina di questo complesso è l’abbazia di Santa Maria a Mare, che la mitologia racconta essere stata costruita da San Nicola, eremita a cui la Madonna sarebbe apparsa richiedendo l’edificazione di un santuario, e indicando all’uomo un punto in cui scavare per trovare le ricchezze necessarie ad eseguire i lavori. Dati storici collocano la costruzione del santuario nel IX secolo per opera dei monaci Benedettini di Montecassino, progetto ampliato nel 1045. Il monastero diede alloggio ad ospiti illustri che confermarono la magnificenza del luogo, in un'epoca in cui l'ordine stava velocemente ampliando le proprie ricchezze e proprietà. Per circa un secolo l’abbazia rimase proprietà di Montecassino, ma i monaci locali reclamavano l’autonomia che arrivò circa nel XIII secolo. Tuttavia durò ben poco: le ‘frequentazioni’ dei monaci con i dalmati erano mal viste dalla Santa Sede, così come i contrasti con il monastero laziale, ed ecco che gli alti ranghi ecclesiastici decisero di togliere l’abbazia ai Benedettini e affidarla all’ordine dei Cistercensi. In quest’epoca l’edificio venne circondato da mura e fortificazioni, che tuttavia nulla valsero contro l’invasione dei corsari dalmata, che saccheggiarono l’abbazia nel 1334 e uccisero i monaci. Quasi un secolo dopo il centro religioso venne ri-abitato da una comunità Lateranense, i cui esponenti implementarono l’architettura dell’edificio restaurandolo, ampliandolo e realizzando diverse cisterne.

Insomma negli anni l’abbazia di San Nicola divenne una vera e propria fortezza, che riuscì a resistere a diversi attacchi di pirati e Ottomani nelle decadi successive. Ma la ricca storia del complesso non finisce qui: sul finire del 1700 re Ferdinando IV di Napoli tramutò la fortezza in colonia penale, e ancora, nel periodo napoleonico, essa fu teatro di battaglie navali (i buchi di cannone sono ancora visibili). Di nuovo nel periodo fascista l’isola, così come la vicina San Domino, tornò ad essere colonia penale, dove vennero confinati prigionieri politici inizialmente e poi specificatamente gli omosessuali.


Foto LaPresse

Oggi è possibile visitare il teatro di tante vicissitudini, risalendo dal porticciolo sino alla sommità della costruzione in una meravigliosa passeggiata nella storia: l’insieme delle fortificazioni costruite attorno all’abbazia è noto come Castello dei Badiani, la cui cinta muraria è un affascinante continuum delle alte scogliere di San Nicola. Risalendo si possono ammirare logge, cisterne, pozzi, torrioni, fino ad arrivare all’abbazia vera e propria, oggi meta di pellegrinaggi religiosi e di visite dedicate alla storia dell’arte sacra. Sul portale della facciata principale si trovano bassorilievi, un sontuoso mosaico decora il pavimento della navata centrale, i soffitti sono ornati con motivi decorativi, e all’interno si trovano opere d’arte come la Croce Lignea di stile bizantino o il Polittico Ligneo laminato d’oro.
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