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Tra le fontane più belle di Spoleto

Cosa rende speciali le fontane della città umbra

La Fontana del Mascherone
©iStockphoto
Spoleto: la Fontana del Mascherone
Spoleto è una di quelle città capaci di incantare anche i visitatori che arrivano da molto lontano. Alcuni anni fa vi capitò una fotografa canadese, Karen Perlmutter, che rimase particolarmente affascinata dalla bellezza e dalla tranquillità della splendida città umbra. E, soprattutto, dalle sue fontane, cosi ricche di dettagli. Tanto che ha iniziato a fotografarle in maniera professionale per allestirne una mostra. Cosi le fontane di Spoleto hanno attraversato l’Oceano per arrivare ad essere ammirate anche a Toronto. Sono circa cinquanta, alcune dislocate fuori le mura cittadine altre concentrate tra le vie, le piazze o all’interno di alcuni palazzi storici del centro. Si è iniziato a costruire fontane già in epoca romana sia per scopi ornamentali che di pubblica utilità, e via via durante i secoli successivi: dal Medioevo al periodo rinascimentale fino alla fine dell’Ottocento.

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Oltre a procurare acqua sulla pubblica via a coloro che ne erano privi nelle proprie abitazioni, erano un punto fondamentale d'incontro e di aggregazione per i cittadini. In Piazza della Vittoria si trova la Fontana dei Delfini, al centro dei giardini pubblici dedicati a Robert Baden Powell, il fondatore dei boy scout, cosi chiamata per i quattro essere mostruosi identificati come delfini. La vasca inferiore, ottagonale, fino a qualche decennio fa ospitava alcuni esemplari di pesci rossi ed è composta da lastre e blocchi di pietra: vi si evidenzia lo stemma del comune di Spoleto. La Fontana dei Maccabei è l’esempio di come a Spoleto si costruisse con materiali recuperati da altri monumenti, perché è stata edificata con lastre recuperate dalla vecchia versione della fontana: il nome deriva dal fatto che ha dodici lati come le dodici tribù di Israsele e tra queste quella dei Maccabei si addice più delle altre ad un’opera scolpita.

Nella Fontana del Mascherone si evidenza il volto deformato ed enigmatico da cui esce l’acqua, riversandosi nelle tre vasche successive: oltre alla funzione di pubblico ornamento serviva anche per abbeverare i cavalli. Nel cortile del Palazzo Vescovile, all’interno di una nicchia centrale di fronte alla Chiesa di Sant’Eufemia, si trova la Fontana del Vescovado, con la piccola vasca ornata da motivi floreali e la cannula che esce da una figura antropomorfa. La Fontana del Mercato è da molti considerata la più bella della città: quella attuale risale al 1746 su progetto dell’architetto romano Fiaschetti, nel luogo dove erano esistite fontane più povere, nel cuore della città. Su di essa figurano gli stemmi dei Barberini ed una lunga iscrizione agiografica in latino. 
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