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Sassari scavi del Castello Aragonese

Sassari: la storia del Castello Aragonese e le curiosità 

Gli scavi di Piazza Castello hanno portato alla luce il bastione del simbolo del dominio aragonese sulla città

Scavi sotto il Castello Aragonese di Sassari 
©Sassari Turismo/ Comune di Sassari
Sassari, Castello Aragonese: scavi archeologici
Il dominio aragonese a Sassari è ben rappresentato da quello che era il Castello, la fortezza costruita intorno al 1330 come testimonianza di violenza e soprusi dopo le rivolte della città contro i nuovi dominatori. Terminata la sua funzione militare divenne sede unica dell’Inquisizione in Sardegna per poi venire trasformato in caserma dell’Esercito Regio. Una curiosità è legata al suo destino nel 1877: venne infatti demolito con l’uso della dinamite, che pare fosse stata pagata a rate (a quell’epoca era una novità e anche parecchio costosa) dagli stessi sassaresi che avevano come unico desiderio quello di cancellare definitivamente il simbolo del potere straniero nella loro terra.

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Tuttavia l’abbattimento della struttura non fu mai completo perché la parte bassa rimase custodita dalle polveri al di sotto della piazza: gli scavi del 2008 e del 2009 fecero riemergere i basamenti delle mura interne. Furono portati alla luce anche una parte del piano terra, il portale di ingresso, il fossato del XV secolo. E’ emerso il barbacane, la struttura difensiva all’interno del fossato, sotto la facciata del castello, realizzata tra il 1400 e il 1503, funzionale alla difesa e all’attacco con le nuove armi da fuoco. E’ costituita da due corridoi sovrapposti lunghi circa 80 metri, ciascuno dotato di 20 bocche da fuoco per archibugi. Il barbacane garantiva una via di fuga protetta dal fuoco nemico, attraverso due porte realizzate al piano inferiore. Durante gli scavi in Piazza Castello è stato scoperto anche un piccolo ambiente a campana scavato nella roccia, forse in origine un silos del castello, utilizzato come prigione nel primo periodo dell’Inquisizione.

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Quello che oggi si può visitare comodamente accedendo all’area degli scavi è appunto la parte relativa al bastione del XVI secolo. Altre particolarità che sono emerse dagli scavi sono il fiore di pietra, formato da 5 petali, adibito a fontana sin dal 1890 quando venne inaugurato a Sassari l’acquedotto ed uno dei due rifugi antiaerei della piazza utilizzati da sassaresi durante la Seconda Guerra Mondiale. Il ricovero antiaereo si sviluppa per 150 metri nel sottosuolo e la sua diramazione arriva fino al Palazzo delle Poste, con volte alte 4 metri e gallerie larghe fino a 3. Sempre durante gli scavi del 2008 sono state ritrovate diverse stanze utilizzate nei secoli come prigioni: all’interno di alcune celle si possono ancora vedere disegni e bassorilievi scavati nella roccia, opera dei carcerati che raffiguravano scene di carattere religioso o macabro. 
 
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