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Arte Contemporanea, mostre, Roma

Roma contemporanea: le più importanti mostre

Da Manzù a Fontana passando per Prini e Kapoor 4 importanti mostre nella Capitale arrichiscono l'offerta di sapere e conoscenza dell'arte contemporanea 

Manzù. Dialoghi sulla spiritualità, con Lucio Fontana 
Ufficio Stampa Electa
Manzù. Dialoghi sulla spiritualità, con Lucio Fontana – Allestimento mostra 
Fino al 5 marzo 2017 nelle due sedi del Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo a Roma e del Museo Giacomo Manzù di Ardea sarà possibile visitare la mostra Manzù. Dialoghi sulla spiritualità, con Lucio Fontana. Curata da Barbara Cinelli con Davide Colombo la mostra presenta circa 80 opere tra disegni e sculture che mettono in dialogo l'opera dei due artisti riportando alla luce una linea essenziale dell'arte fra gli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento.
 
Una mostra che testimonia la continua ricerca di Kapoor in ambito formale e concettuale, che ha informato la sua pratica artistica sin dagli esordi, mettendo a confronto i processi altamente ingegnerizzati e più organici della sua opera. E' questa la caratteristica della personale “Anish Kapoor” che fino al prossimo 17 aprile rimarrà aperta al pubblico negli spazi del MACRO di via Nizza. Nato a Bombay nel 1954, Kapoor è considerato uno dei maggiori artisti della scena contemporanea. I suoi lavori trovano infatti spazio nelle più importanti collezioni private e nelle istituzioni museali di tutto il mondo. Fra i principali progetti pubblici ricordiamo Cloud Gate (2004) presso il Millenium Park a Chicago e ArcelorMittal Orbit (2012) nel Queen Elizabeth Olympic Park a Londra.
 
Rimarrà aperta fino al 26 marzo 2017  alla Galleria d’Arte Moderna di Roma, la prima mostra istituzionale dedicata a Giovanni Prini che racconta la figura e il complesso percorso artistico di uno dei più significativi scultori del Novecento italiano indagandone sia la produzione cosiddetta maggiore (oli, disegni, marmi e bronzi) sia quella dedicata alle arti applicate (ceramiche, mobili e giocattoli). Giovanni Prini, scultore, pittore, artigiano, si trasferisce da Genova a Roma agli inizi del Novecento dove, insieme alla moglie Orazia Belsito, apre le porte della sua casa-studio sulla via Nomentana agli esponenti più giovani della vita culturale della capitale, amici, intellettuali e artisti tra cui Duilio Cambellotti, Umberto Boccioni, Cipriano Efisio Oppo, Sibilla Aleramo, Gino Severini, Ettore Ximenes, Antonio Maraini, Giacomo Balla.
 
S'intitola “Equivalenze” la mostra che alla Galleria Gagosian di Roma mette in scena le  nuove sculture di Giuseppe Penone. Fin dagli esordi nel movimento dell'Arte Povera, il lavoro di Penone si è contraddistinto per il coinvolgimento attivo con la natura e il tempo attraverso la consapevolezza del potere rivelatore dell'arte. Partendo dall'idea che la scultura abbia origine da impulsi primari, come riempirsi la bocca con dell'acqua, imprimere un segno sull'argilla con le mani, e così via, l'artista elabora e arricchisce le sue intenzioni attraverso una ricerca filosofica e un intenso processo estetico.
 
 
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