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Perugia Fiera di San Costanzo, tradizioni e gastronomia

Perugia, dove il Santo fa l'occhiolino

Il Patrono del capoluogo umbro viene celebrato per le strade del centro storico con processioni, fiaccolate e gastronomia tradizionale, a cui si accompagna la leggenda d’amore

Panorama di Perugia<br>
© Thinkstock
Perugia, veduta
Non arriva alla fama di San Francesco e Santa Chiara che rendono la vicina Assisi una delle destinazioni più note per il turismo religioso nel mondo, ma anche San Costanzo, patrono di Perugia, è uno dei santi umbri più noti e antichi d’Italia. Perugino di nascita fu il primo vescovo della città e morì martire a Foligno: subito dopo la sua morte, i perugini vollero che le sue spoglie venissero portate in città e il culto di San Costanzo si diffuse molto velocemente, anche fuori dell’Umbria. Ecco quindi che la festa patronale, che cade il 29 gennaio, è molto sentita e e da sempre rappresenta una delle più antiche tradizioni religiose umbre che si rinnova da ormai quasi 2000 anni.

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Non solo porta con se un altissimo significato religioso, ma anche storico, culturale e gastronomico, diventanto occasione ideale per scoprire Perugia, la sua storia e le sue affascinanti tradizioni. La Chiesa di San Costanzo costituisce una delle massime espressioni del sentimento religioso perugino: di Perugia non solo è il Santo, ma anche l’architetto che l’ha ristrutturata e abbellita, Guglielmo Calderini, il materiale utilizzato per il rivestimento, la pietra calcarea rosa di Assisi e la devozione popolare che si unisce alla devozione di fedeli provenienti da altre città, altre regioni ed altre nazioni. Il giorno antecedente le celebrazioni ha inizio la Luminaria, alle 17, quando la città si illumina con centinaia di torce e candele portate dai fedeli per la processione che parte dalla basilica di San Pietro e termina nella chiesa di San Costanzo, mentre alle 18 è in programma la celebrazione del Vespro presieduta dal vescovo di Perugia.

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La giornata del 29 si apre con la santa messa celebrata nella basilica di San Costanzo alle 8 di mattina e continua presso il Borgo XX Giugno che per l’occasione si trasforma, da secoli, in una stupenda mostra mercato, la Fiera di San Costanzo, dove tra oggettistica, artigianato e prodotti locali è d’obbligo assaggiare il tipico dolce di questa ricorrenza, ovvero il Torcolo di San Costanzo, con la sua caratteristica forma ad anello per ricordare la ghirlanda di fiori che, secondo tradizione, avrebbe cinto il collo del Santo martire, per coprire il segno della decapitazione.

A tutto questo si unisce anche la leggenda, che vuole che ogni anno durante la festa di San Costanzo le giovani ragazze si rechino nella chiesa a lui dedicata al fine di trarre auspici per il proprio matrimonio guardando il gioco di luci riflesse sull'immagine del santo: se San Costanzo non avrà fatto l'occhiolino, cosa che significherebbe la predizione delle nozze entro l'anno, per consolazione il fidanzato è tenuto a regalare alla ragazza il Torcolo di San Costanzo.

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