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Castello Malvasia Mulino Panzano Emilia Romagna 

Panzano, tra antichi mulini e castelli

I Mulini e il Castello Malvasia rendono unico questo angolo di territorio emiliano

Mulino 
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Mulino - Immagine generica
Immersa in un territorio squisitamente agreste, circondata dai paesaggi tipici della pianura emiliana, sorge la località di Panzano, frazione di Castelfranco Emilia, nella provincia di Modena. Questa località ha alcune peculiarità che la rendono una meta ideale per una gita fuoriporta, per una visita alla scoperta del territorio del tutto inattesa. A Panzano si trovano infatti un maestoso castello, e alcuni tra i mulini ad acqua più antichi del territorio, risalenti addirittura all’epoca Longobarda. Tutte queste costruzioni prendono il nome dalla potente famiglia dei Malvasia, nobili bolognesi che edificarono sui loro possedimenti la dimora di villeggiatura e corte agricola che oggi si chiama Castello di Panzano.
 
Il Castello Malvasia risale al 1500, e la sua mole possente e maestosa si caratterizza per l’armonia con la quale si inserisce nel territorio padano: basso e dal profilo orizzontale, il castello sembra seguire l’orizzonte piatto del territorio. Solo le torri interrompono le linee orizzontali, ergendosi massicce. L’edificazione del castello si deve al monsignor Innocenzo Malvasia, che trasformò la struttura fortificata nel complesso residenziale ed agricolo, ispirandosi alle ville diffusesi nel territorio in epoca rinascimentale: ecco che accanto alle torri merlate si trovano affreschi e cortili eleganti. Una miscela di elementi tipici dell’architettura militare e di connotazioni signorili; ancora oggi è possibile ammirare importanti pitture e decorazioni cinque-seicentesche. 
 
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Ma accanto al castello c’è un’altra edificazione di particolare interesse nella località emiliana: si tratta dei Mulini Malvasia, o, per meglio dire, il Mulino Panzano e il Mulino della Pieve. Accanto al portone principale del castello infatti, si nota il meccanismo del vecchio mulino, forza motrice della maggior parte delle attività agricole locali grazie alle acque del fiume Torbido. I due mulini, spesso chiamati semplicemente col nome della nobile famiglia possidente, sembrano essere tra i più antichi esistenti del territorio: all’interno dell’impianto che affianca il castello sono ancora conservate le macine in buono stato. Non rimangono fonti storiche precise sulla datazione dei mulini, che tuttavia vengono menzionati in età longobarda: i territori su cui sorgono furono infatti ceduti dal re Astolfo al cognato Anselmo, con precisa specifica contrattuale di non costruirvi altro (se non attraverso una licenza dell’abate locale) oltre i due mulini già esistenti. E’ ignota la loro origine precedente, ma questo trattato li data intorno al 750. 
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