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Palestrina, splendore delle vestigia romane

Il meglio dell’architettura scenografica italiana si può ammirare al Museo Archeologico Nazionale della località laziale, che custodisce magnifici reperti dell’antica Preaeneste 

Sito archeologico di Palestrina<br>
© Wikipedia/ Zanner
Palestrina sito archeologico: Santuario, emiciclo
E’ un piccolo gioiello alle porte di Roma, troppo spesso ignorato dai circuiti turistici ma che ben si presta per una piacevole gita fuori porta: stiamo parlando di Palestrina, cittadina a meno di cinquanta chilometri dalla Capitale. Sorge dove un tempo si trovava la famosa città di Praeneste, nota per il santuario eretto in onore della dea Fortuna Primigenia, un grande complesso monumentale di sei terrazze, composto da diversi edifici e ritenuto sacro, che rappresenta uno dei massimi esempi di architettura scenografica italiana. Oggi a renderla ancora più affascinante, oltre alle storie legate al mito come quella che la vogliono fondata da Telegono, figlio di Ulisse, è la ricchezza di siti archeologici, con il Museo Archeologico Nazionale che custodisce la maggior parte dei reperti trovati in città.

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Ospitato nello splendido e storico Palazzo Colonna Barberini, il museo espone al suo ingresso anche la Triade Capitolina di Guidonia della fine del II secolo d.C., che rappresenta Giove, Giunone e Minerva sul trono, unico esempio della Triade in cui gli dei sono conservati quasi interamente in una scultura monoblocco. Tra i capolavori più preziosi c’è il Mosaico del Nilo, ammirando il quale si può capire l’arte e la tecnica risalente alla fine del II secolo a.C.: è uno dei pi grandi mosaici ellenistici con scene egiziane. Il percorso museale si suddivide in 16 sale arricchite da statue e rilievi, altari ed ex voto, ciste e mosaici, busti e basi funerarie accanto ad oggetti di uso quotidiano provenienti dalle necropoli della Colombella e della Selciata.

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Di particolare interesse è la sala dedicata ai culti di Praeneste e, una volta usciti dal museo, si prosegue la visita alla splendida area archeologica all'aperto con i resti delle strutture architettoniche e degli imponenti terrazzamenti dell'antico Santuario della Fortuna Primigenia. Scendendo scale e rampe monumentali ci si sofferma sulla Terrazza degli emicicli: qui, davanti all’esedra di destra, si conserva un pozzo che è stato identificato con quello in cui, secondo Cicerone, il nobile prenestino Numerio Sufficio avrebbe rinvenuto le sorti, ovvero delle tavolette di legno da cui si traevano auspici per il futuro. Gli oracoli, infatti, venivano redatti all'interno dello stesso pozzo da una figura femminile che si manteneva però nell'ombra., mentre al'interno del pozzo si calava un fanciullo che, appena ricevuti i responsi, consegnava le tavolette a coloro che avevano posto le domande e che avevano fornito un degno contributo.

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