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Carnevale di Venezia

Otto secoli di maschere: storia del Carnevale di Venezia

La maschera era il segno della libertà e della trasgressione a tutte le regole sociali imposte dalla Repubblica Veneziana. A Venezia più che altrove. Era il simbolo della necessità di abbandonarsi al gioco, allo scherzo e all'ebbrezza della festa.

Venezia
courtesy of ©Archivio APT di Venezia
Le origini della storia del Carnevale di Venezia si perdono nel tempo. Il più antico documento relativo allutilizzo delle maschere è vecchio di otto secoli, il primo di una serie di norme adottate per a porre un freno al decadimento morale legato alluso della maschere. Queste infatti, diversamente da oggi, venivano usate durante molti mesi dellanno: dal giorno di Santo Stefano che segnava linizio del Carnevale veneziano, sino alla mezzanotte di Martedì Grasso che lo concludeva. La maschera era il segno della libertà e della trasgressione a tutte le regole sociali imposte dalla Repubblica Veneziana. A Venezia più che altrove. Era il simbolo della necessità di abbandonarsi al gioco, allo scherzo e allebbrezza della festa. Una grande illusione che coinvolgeva nobili e poveri, e che attraverso la sue forme celava lidentità personale, il sesso, la classe sociale. Il Carnevale era quindi una festa vissuta intensamente da tutti i veneziani che, mascherati con la tipica bauta e altri fantasiosi travestimenti, partecipavano alle feste nei campi, lungo le calli, nelle corti, in un gioco di musiche e colori che riempivano interi giorni e notti. La maschera esprimeva quindi diversi significati: la festa e la trasgressione, il gioco e limmoralità. Questa infatti, veniva spesso utilizzata dagli uomini per introdursi armati in luoghi sacri, dai giocatori di azzardo per proteggersi dalla vista dei creditori o per commettere altre nefandezze. Una serie di decreti del Consiglio dei Dieci, limitarono luso della maschera ai giorni di Carnevale e alle feste ufficiali prevedendo in caso di trasgressione pene molto pesanti. Il Settecento fu il secolo in cui il Carnevale veneziano raggiunse il massimo splendore divenendo unattrazione per molti viaggiatori dellepoca. Di questo splendore si resero testimoni celebri pittori come il Tiepolo che impressero sulle loro tele i fasti dei balli in maschera. Il tipico costume settecentesco era composto dal tabarro un grande mantello, la maschera bianca e la baùta un cappello dalla foggia particolare. Con la caduta della Repubblica veneta e linizio della dominazione austriaca, Venezia perse uno dei suoi simboli, la tradizione carnevalesca nella versione originale. I signori veneziani misero da parte le maschere e si adattarono ai nuovi ritmi del valzer viennese. Solo due secoli più tardi il Carnevale è tornato a rivivere, non più come un modo di nascondere sotto la maschera i segni di un mondo fin troppo libertino, ma come voglia di esibirsi in quel meraviglioso palcoscenico che è Piazza San Marco.
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