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Otranto: cosa scoprire nel Castello degli Aragonesi

E' la roccaforte difensiva della città pugliese, oggi scrigno di cultura e sede di eventi

Castello aragonese di Otranto
© Con licenza CC BY-SA 3.0 tramite Wikimedia Commons 
Otranto, Castello Aragonese
Autentico gioiello pugliese, la città di Otranto è carica di suggestioni in ogni periodo dell’anno. Uno dei tanti tesori che ospita è il Castello Aragonese, roccaforte difensiva oggi divenuta luogo di cultura e conoscenza dove vengono organizzate mostre ed eventi di carattere internazionale. La sua storia è stata piuttosto travagliata poiché fu danneggiato, riparato, ricostruito e modificato: dopo l’assedio del 1067 fu potenziato per volere di Roberto il Guiscardo, nel 1228 sotto Federico II di Svevia fu ricostruito e di quest’epoca si possono ancora ammirare le tracce della torre del corpo mediano cilindrico inglobata nel bastione a punta di lancia e nella cortina muraria di nord-est; dopo il Sacco turco di Otranto del 1480 toccò al duca Alfonso d’Aragona ricostruirlo fino a quando, sotto i veneziani, vennero aggiunte artiglierie e bombarde.

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Quello che si ammira oggi è l’opera che si deve ai Vicerè spagnoli, i quali, nel corso del tempo, ne fecero un vero capolavoro di architettura militare. Nel 1535 vennero attuate opere di difesa attuate da Don Pedro di Toledo, di cui rimane lo stemma sul portale di ingresso e sulla cortina esterna, in seguito furono aggiunti i due bastioni poligonali sul versante rivolto verso il mare e nel secolo successivo il castello venne ulteriormente rafforzato, circondato da un ampio fossato e scandito da quattro torri, tre circolari e una con la punta protesa al mare mentre sul quinto lato, che è scoperto, si apre il ponte levatoio. Passeggiando tra le maestose mura è possibile apprezzare diversi particolari architettonici come le torri Alfonsina, Duchessa e Ippolita, il bastione detto Punta di Diamante, e la Sala Triangolare realizzata con tecniche difensive innovative che ne fanno uno degli esempi più importanti per l’architettura militare dell’epoca.

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Durante recenti lavori è stata rinvenuta una stanza sotto la pavimentazione di cemento, all’interno della quale sono stati trovati graffiti in buone condizioni, il che fa supporre che in età tardo antica l’ipogeo aveva carattere religioso e solo successivamente venne utilizzato come prigione. Il Castello di Otranto ha segnato anche un’epoca in ambito letterario, in quanto ha dato il nome al primo romanzo gotico della storia: si tratta dell’opera di Horace Walpole, datata 1764 e appunto intitolata Il Castello di Otranto, che diede vita al genere letterario gotico diffusosi tra il tardo Settecento e l’inizio dell’Ottocento.
 
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