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Montalcino, la leggenda dell'Abbazia di Sant'Antimo

Il complesso monastico presso Castelnuovo dell'Abate è una delle architetture più importanti del romanico toscano

Facciata e campanile
©Di Dongio - Opera propria, Pubblico dominio,Wikimedia Commons
Abbazia di Sant'Antimo, facciata e campanile
Nella toscana senese, a poca distanza da Montalicino, si trova un’abbazia cluniacense che si rivela essere una tra le più importanti architetture romaniche della regione. E’ l’Abbazia di Sant’Antimo, la cui origine si perde nella leggenda. Sembra infatti che, nel 781 d. C. Carlo Magno, in pellegrinaggio a Roma da Papa Adriano I, ricevette in regalo alcune reliquie dei Santi Sebastiano ed Antimo. Durante il viaggio di ritorno scoppiò una violenta epidemia. L’imperatore, in prossimità del fiume Starcia, fece un voto chiedendo la grazia per se stesso e il suo seguito che il flagello cessasse e, terminata la pestilenza senza conseguenze, fondò  quindi quell’antico monastero sopra cui venne eretta in seguito l’Abbazia.

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Il ritrovamento di documenti antichi attesta che l’edificazione del monastero dedito alla regola benedettina sia stato opera degli Abati Tao e Tanimondo. Gli antichi Abati avevano il titolo di Conti e Consiglieri del Sacro Romano Impero ed i possedimenti e la giurisdizione dell'Abbazia abbracciava non solo la Maremma senese, ma anche quella pistoiese. Nei secoli la struttura finì nel dimenticatoio fino alla ristrutturazioni dei giorni d’oggi a cura della popolazione locale. E’ dal 1992 che sono riprese le funzioni grazia alla presenza di una piccola comunità di Canonici Regolari che seguono la regola di Sant’Agostino: i monaci assicurano sette messe al giorno cantate in canto gregoriano come mille anni fa. Del IX secolo rimangono solo la cripta e la cappella carolingia, mentre la chiesa attuale venne eretta nel 1118. Le dimensioni sono imponenti: 54 metri di lunghezza e 16 di larghezza, con il campanile che arriva a 27,50 metri della terrazza; la sua mole è visibile da tutta la conca.

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La facciata si presenta in stile romanico lombardo. Sul perimetro lungo il lato sinistro, per chi guarda l’ingresso, si trovano i diversi capitelli e le statue di animali. Anche l’interno si presenta come un grande spazio in stile romanico, diviso in tre navate e terminante con un’abside semicircolare con deambulatorio, particolare abbastanza raro in Italia. La navata maggiore è coperta da una volta di  legno ed è separata dalle due latrali da una serie di quattro archi sorretti da colonne monolite per lato ed intervallati da un pilastro cruciforme fra le due serie di quattro archi a tutto sesto. Il fronte battesimale e vari affreschi arricchiscono l’interno, cosi come le due tribune che si aprono sulla navata centrale per mezzo di grandi bifore. Al matroneo meridionale si sale attraverso una scala a chiocciola oppura con una più recente scala in legno che attraversa la sagrestia. Sotto l’altare maggiore la piccola cripta custodisce il sepolcro di Sant’Antimo, ricavato in un altare cavo.

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