Cerca nel sito
Marche Abbazia di Santa Maria di Chiaravalle di Fiastra

Marche, il meglio dell'architettura cistercense

L'Abbazia di Santa Maria di Chiaravalle di Fiastra costituisce la più alta testimonianza dei monaci circestensi nelle Marche e la meglio conservata

Marche, Abbazia di Fiastra
©Monaci Fiastra
Abbazia di Santa Maria di Chiaravalle di Fiastra, veduta notturna
Nella bassa Valle del Chienti, non lontano dall’omonimo fiume, l’Abbazia di Chiaravalle di Fiastra rappresenta il più importante edificio monastico delle Marche nonché la più alta testimonianza dei monaci circestensi, che qui arrivarono nel 1142 dal monastero di Chiaravalle di Milano. I monaci non solo portarono dalla terra lombarda i libri liturgici, ma anche gli arnesi da lavoro per la costruzione dell’abbazia. Si deve a San Bernardo l’ispirazione per l’edificazione della struttura, che la volle secondo i dettami tipici dell’architettura cistercense attuati grazie all’ausilio di architetti- monaci francesi. Ecco, dunque, che viene rispecchiata anche nell’abbazia la spiritualità dell’ordine monastico che ricercava l’autenticità nella povertà rifiutando tutto ciò che era superfluo: appare infatti spoglia ed essenziale.

Leggi anche: MARCHE DA SCOPRRE: 5 IDEE PER UN WEEKEND

La facciata si presenta semplice con un avancorpo formato da un portico a tre campate, con volte a crociera che poggiano su colonne addossate ai muri. Termina con un profilo a frontone ed è abbellita da un gran rosone e da una fascia di archetti. All'ingresso si rimane subito colpiti dall'armonia di linee e spazi, come pure dall'imponenza e dalla grandiosità della struttura. L’interno della chiesa è a tre navate, di cui la centrale è altissima, e a volte ogivali, con caratteristici pilastri cruciformi coronati da capitelli romanici, scolpiti dai monaci stessi con materiali provenienti dai ruderi della vicina Urbs Salvia, antica città romana. Gli elementi decorativi si limitano ai soli capitelli tutti diversi per forma e decorazione, ornati in prevalenza con motivi floreali, agresti o arabescati in un susseguirsi di gigli, foglie, rosette, rami, pesci, uccelli. Ad eccezione di un drago che inghiotte un serpente, stemma del Duca di Spoleto, ovvero il mecenate che aveva offerto i suoi beni per la fondazione dell’Abbazia.

Leggi anche: COSA RENDE SPECIALE LO SFERISTERIO DI MACERATA

Tra gli affreschi che si conservano nell’abbazia notevoli sono quelli della seconda cappella a destra, dedicata a San Benedetto. Sono stati datati al secolo XV e attribuiti alla scuola camerinese. A lato dell’edificio sorge il monastero che racchiude il grande chiostro in laterizio con bassi pilastri, archi ribassati e copertura a capriate. Dell’antico monastero, abbandonato dai Cistercensi nel 1422 in seguito ad un saccheggio, sono ancora conservati la Sala del Capitolo, il refettorio e il dormitorio dei conversi, la sala delle oliere e altri locali. Oggi l’abbazia è inclusa nella Riserva naturale omonima che abbraccia un territorio di 1.800 ettari tra i comuni di Urbisaglia e Tolentino, ad una decina di chilometri da Macerata


Scopri tutti i MONUMENTI D’ITALIA
Saperne di più su CULTURA
Correlati per regione
Seguici su:
Le Offerte della Settimana
Monumenti nelle vicinanze
Altri luoghi da visitare
Chi siamo | Privacy | Cookie policy | Copyright © 2019 GEDI Digital S.r.l. Tutti i diritti riservati