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Villa Girasole Marcellise Verona casa rotante Invernizzi

Marcellise: Villa Girasole, la casa rotante

Un magnifico esempio di architettura liberty e ingegneria futurista nel veronese

 Villa rotante<br>
foto Evan Chakroff
 Villa Girasole
E’ uno dei gioielli nascosti dell’architettura italiana, nonché un capolavoro di ingegneria, specialmente se si considera l’epoca della sua realizzazione. Villa Girasole è la gigantesca casa immersa nella campagna veronese, precisamente a Marcellise, che Angelo Invernizzi progettò ed edificò come dimora di campagna. Ma l’ingegnere non si accontentò di una ‘semplice’ villa: visionario e precursore del suo tempo, Invernizzi volle che la maxi-costruzione ruotasse, e proprio dal movimento meccanico di rotazione che le permetteva di seguire il sole prese il nome del Girasole.

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In 9 ore e 20 minuti la villa poteva ruotare di 360 gradi, grazie ad un meccanismo che, una volta azionato, la faceva ‘scorrere’ su una sorta di binario circolare. Lentamente, quasi impercettibilmente, e solo premendo un interruttore, la villa cominciava a girare, garantendo ai suoi abitanti paesaggi sempre differenti. La figlia di Invernizzi, Lidia, deceduta quest’estate, ha affidato la meraviglia architettonica alla Fondazione Cariverona per proteggerla dalla possibile speculazione. Oltre al meccanismo di rotazione che la rende probabilmente la prima costruzione del genere al mondo dato che la realizzazione è avvenuta tra il 1930 e il 1935, si tratta di un maestoso esempio di architettura liberty, in cui un’estetica futurista si affianca al design déco.

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La villa ha la forma di una ‘L’, e poggia su circa 44 metri di base circolare. Il punto più alto è la torretta di 42 metri al centro, una sorta di perno alla cui base si trova il motore che aziona la rotazione. Al piano terra si trovano la sala da pranzo, la cucina, lo studio di Angelo Invernizzi, i servizi, mentre le camere da letto si trovano al piano di sopra assieme a diversi altri bagni. Lo stile degli interni è meravigliosamente liberty, ed evoca il fascino degli anni Trenta, ma l’effetto più importante è dato dalla diversa rifrazione della luce giorno dopo giorno: grazie alla rotazione infatti, ogni stanza può godere di un irraggiamento diverso a seconda della posizione in cui si trova la casa in quel momento. Dall’esterno, la costruzione appare quasi come una grande nave, effetto ripreso dalle ringhiere dei terrazzi e soprattutto dai pannelli di lega di alluminio che la rivestono.

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Angelo Invernizzi si avvalse della collaborazione di molti specialisti, tra cui geometri, ingegneri, decoratori, architetti, artigiani, e, innamorato dell’idea di ‘inseguire il sole’ creò un edificio che all’epoca era uno dei primi prototipi a risparmio energetico, vista la possibilità di esporla alla luce tutto il giorno. Naturalmente erano gli anni ’30, e ad oggi i principi di bioedilizia hanno largamente superato il modello di Villa Girasole, tanto che attualmente si studiano progetti di rinnovo e la possibilità di convertirla, per esempio, all’energia solare, perché non diventi solo un ‘monumento’ ma torni a vivere con scopi didattico-educativi.

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L’enorme eredità culturale e architettonica lasciati al mondo dalla famiglia Invernizzi, sono documentati in un video che Lidia girò per ‘raccontare’ cosa era Il Girasole, come affettuosamente veniva chiamata la villa, realizzato con Dietmar Frohlich, che si intitola ‘Il Girasole, una casa vicino a Verona’. Un interessante serie di immagini in cui vedere la villa da diverse angolazioni è invece stata realizzata da Evan Chakroff, e la trovate a questo link.
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