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Camera degli sposi Mantova Mantegna Palazzo Ducale Castello

Mantova: la meraviglia della Camera degli Sposi 

Il capolavoro di Andrea Mantegna nel Castello di San Giorgio, perfetto (anche) per una gita romantica

Mantegna
Web Gallery of Art: Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=15463059
Oculo di Andrea Mantegna nella Camera degli Sposi
Il Rinascimento mantovano ha lasciato innumerevoli testimonianze architettoniche ed artistiche nella città lombarda. Un’eredità culturale che i Gonzaga hanno disseminato tra gli splendidi palazzi e i pittoreschi vicoli, avvalendosi degli artisti e degli architetti più abili dell’epoca. In occasione della festa degli innamorati, programmare una gita a Mantova può essere un’occasione speciale per immergersi in un contesto romantico, pittoresco e culturale. Specialmente se si visita il magnifico Castello di San Giorgio e la sua preziosa Camera degli Sposi.
Non fatevi trarre in inganno: la celebre stanza non è una camera nuziale, ma piuttosto un’area di rappresentanza, dove gli affreschi per i quali è famosa celebrano la stirpe dei Gonzaga. Sembra che il nome 'Camera degli Sposi' derivi dal ritratto di Ludovico Gonzaga accanto alla moglie. Considerata il capolavoro di Andrea Mantegna, si trova nel Castello di San Giorgio, il quattrocentesco edificio che accoglie i visitatori all’entrata della città, parte del complesso di Palazzo Ducale. Situata al piano nobile del torrione nord est del castello, la Camera Picta, come veniva chiamata in origine, è un ambiente di piccola metratura, cubico, con volte su lunette. Ma l’abilità del Mantegna, che l’ha decorata in un lasso di tempo di nove anni (dal 1465 al 1475) è stata proprio nel riuscire a creare un ambiente che, attraverso la pittura, dà l’impressione di trovarsi in uno spazio ampio, quasi un loggiato. Un’illusione ottica che dilata lo spazio, ben oltre i limiti della costrizione architettonica.



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Ampi archi attraverso i quali si ammirano paesaggi bucolici, incorniciati da tende che sembrano muoversi con la brezza, rendono lo spazio angusto apparentemente ampio e fresco. Il tema generale delle scene affrescate (alcune a secco, alcune a fresco) è la celebrazione della famiglia Gonzaga, sua committente. Tutt’attorno, scene bibliche, mitologiche, letterarie. Famosissimo l’oculo sul soffitto, elemento illusionistico che ricorda il foro aperto del Pantheon romano, dal quale sporgono cherubini, personaggi appartenenti alla corte, pavoni. Tutti ritratti secondo una prospettiva che li fa sembrare tridimensionali, tanto che alcuni dei personaggi si ‘aggrappano’ alla cornice marmorea. 

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Un vero e proprio capolavoro rinascimentale, che il terremoto dell’Emilia del 2012 ha rischiato di distruggere. I danni subiti dal torrione che ospita la Camera degli Sposi hanno richiesto 3 anni di restauri. Oggi la meravigliosa stanza è ancora visitabile, ma sono ammessi pochi visitatori per volta e per un massimo di 15 minuti, per impedire che l’eccessiva umidità causata dalla presenza umana possa rovinare i preziosi affreschi. 
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